Diritti televisivi, il Governo fa marcia indietro sulla «Legge Lotito»
Calcio Fermato dal Quirinale il tentativo di portare il bando da 3 a 5 anni
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NONOSTANTE gli argini, la Lega di A avvertiva che la strada fosse in discesa. La garanzia era rappresentata dal potere di Lotito: in arrivo così per i club in bolletta un sicuro flusso di cassa per altre due stagioni, sebbene soprattutto Dazn negli anni abbia continuato a non dare eccessiva prova di affidabilità, anzi. Dazn, tra l’altro, sta proponendo abbonamenti a prezzi scontati, in vista dell’ultimo anno di contratto, 20,99 euro per almeno 12 mesi.
Invece il Governo ha deciso di sopprimere la norma Lotito. Una marcia indietro inattesa e in questo senso va letto l’orientamento della Serie A, che ha sottoscritto una specie di appello all’assemblea della Lega di A di ieri a Milano, sostenendo l’ipotesi di proroga dei due contratti in essere con Dazn e Sky per i diritti tv, considerata «molto utile» nell’ottica di una «valorizzazione maggiore del prodotto Serie A negli anni a venire», con invito al Governo e anche al Parlamento di sostenere questa iniziativa.
ALLA RIUNIONE in Lega i club hanno segnalato al Governo e al Parlamento la necessità di intervenire contro la pirateria audiovisiva, che costerebbe due miliardi di euro annui a tutti i settori economici d’Italia. Insomma, se la norma Lotito non finirà in questo Decreto Milleproroghe, l’intendimento della A, spiazzata dal cambio di orizzonte del governo, è che ci entri nei prossimi Decreti.
«Siamo sorpresi per questo cambio di direzione. È una misura che, come ha ricordato tutta l’assemblea oggi, non ha oneri per la finanza pubblica ed è molto utile per quello che sarà poi il nuovo bando. Siamo sorpresi di questo cambio di direzione perché l’emendamento era della maggioranza», ha spiegato il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini.
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