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Diritti, gender e sessualità nella dance hall di Janelle Monae

Diritti, gender e sessualità nella dance hall di Janelle MonaeJanelle Monae – foto Ansa

Musica Cantautrice, attrice, produttrice: i mille volti dell’artista texana nel disco «The age of Pleasure»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 giugno 2023

Cantautrice. Attrice, produttrice discografica, doppiatrice nonché modella. Janelle Monae è uno dei personaggi di riferimento della scena black americana. E non solo. La sua musica non esprime semplicemente piacere e estetica pop o soul, ma anche una vera e propria posizione politica. Quattro anni fa in tour per promuovere il suo allora quarto album – Dirty Computer – si è spesa a favore della causa Black Lives Matter con testi e azioni di forte impatto. Scomodando perfino in un brano di quel disco – Crazy, classic life – Martin Luther King, campionando il celebre discorso sulla dichiarazione di indipendenza: «Ci hanno detto tutte le verità che dovrebbero essere evidenti: che uomini e donne sono stati creati allo stesso modo». Nel mondo variopinto e coloratissimo dell’artista texana, c’è orgogliosa accettazione di sé e di qualsiasi inclinazione di genere. Janelle è bisessuale anzi, come ha voluto sottolineare in diverse occasioni si auto dichiara «pansessuale». Il suo appoggio alla comunità Lgbtq è inequivocabile e ribadito in molte occasioni: «Voglio che le ragazze, i ragazzi, i non binari, gli etero, i gay, i Queer che hanno difficoltà a gestire la loro sessualità, che hanno a che fare con il sentirsi ostracizzati o vittime di bullismo solo per il fatto di essere il loro sé unico, sappiano che vi vedo e vi sostengo». È inoltre sostenitrice dei diritti della comunità afroamericana e delle parità uomo/donna: «Da donna afroamericana sento che i nostri diritti vengono calpestati, anzi che noi veniamo calpestate e questa cosa mi fa molto arrabbiare».

Sono sempre dalla parte di ragazze, ragazzi, i non binari, gli etero, i gay, i Queer che hanno difficoltà a gestire la loro sessualità e si sentono ostracizzati

MAI FERMA, in perenne trasformazione da donna ad androide, per il nuovo album si fa ancora più esplicita contro una società in cui, accanto a movimenti che si battono per i diritti, avanzano le forze oscure della destra più bigotta e violenta. In America, stime alla mano, a partire dalla legge Don’t Say Gay della Florida, fino alle decine di proposte di provvedimenti che prendono di mira gli spettacoli di drag queen in tutto il Paese, quest’anno sono state presentate più di 400 bozze di legge anti-Lgbtq… Contro tutto questo, lei ironica (ma non solo…) si proietta in una fantasiosa e lussuriosa ‘età del piacere’ dove vivere in totale libertà e senza pregiudizi di sorta.
The Age of Pleasure – il titolo del nuovo disco – gioca proprio con sesso e erotismo attraverso allusioni e doppi sensi nemmeno troppo velati: il video di Lipstick lover il singolo in cui la vediamo immersa in una piscina, ha un’ambientazione da set a luci rosse che lascia poco spazio all’immaginazione.

BRANI STILOSI, atmosfere ovattate, cadenze reggae e armonizzazioni su cui la voce da soprano di Janelle si permette variazioni improvvise e saliscendi da brividi. Quattordici pezzi in tutto, anche se la durata media non supera i tre minuti, prodotti e arrangiati con misura e intelligenza lasciandosi affiancare – lei che nel precedente Dirty computer aveva coinvolto Prince – da Nate “Rocket” Wonder, membro dei Deep Cotton, il duo funk composto insieme a Chick Lightning. E non solo, in due delle tracce più convincenti del disco, Float e Know Better troviamo Seun Kuti, il figlio di Fela che seguendo le orme del padre ha fondato gli Egypt 80, dà al pezzo cadenze afrobeat.

E PECCATO che Ooooh La La duri appena trentacinque secondi, perché in quelle poche note c’è tutta la voce e il talento di una regina come Grace Jones che avrebbe meritato più spazio. Un album tutto per ballare, che mescola come si è detto sonorità afro e incandescenti ritmi da ballroom newyorkese: «Voglio che rispecchi fedelmente la mia vita», ha raccontato in una recente intervista a Rolling Stone – Mi consideravo una futurista. So cosa significa essere ossessionati dalle novità. Adesso mi definisco una turista del presente: mi sto concentrando attivamente sull’essere presente».

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