Servirà molto probabilmente un ballottaggio per scegliere il nuovo procuratore nazionale antimafia che dovrà succedere a Cafiero de Raho, andato in pensione a febbraio. La quinta commissione del Csm si è divisa in tre, con un solo voto al procuratore di Napoli Melillo (dato in partenza per favorito) e due voti a testa per il procuratore di Catanzaro Gratteri e per il procuratore aggiunto della Dna Russo. Se nel plenum del Consiglio non sarà raggiunta la maggioranza assoluta, si renderà indispensabile un secondo turno tra i primi due che dovrebbero essere Melillo e Gratteri. Il primo ha avuto ieri il voto della corrente di sinistra Area, mentre i centristi di Unicost si sono astenuti e potrebbero convergere sul suo nome; il secondo ha avuto il voto del consigliere laico in quota 5 Stelle e della corrente delle toghe fondata da Davigo (ma ora presidiata da Ardita e Di Matteo). Meno chance per il candidato «interno» Russo, votato dalle toghe di destra e dal laico in quota Fi, malgrado l’aver lavorato alla Dna sia un indicatore del quale il Consiglio deve tenere conto. Anche Melillo è un ex dell’antimafia ma a lui qualcuno imputa l’aver lavorato al ministero della giustizia ai tempi di Orlando. Gratteri non lo ha fatto, anche se Renzi lo aveva proposto direttamente come ministro.