Diplomazia vaccinale, Ue fuori gioco. Mentre avanza l’offensiva Sputnik
Bruxelles C’è grande confusione sulle mosse di Mosca per chiedere l’autorizzazione nell’Unione. In attesa dell’ok dell’Ema Merkel ha offerto alla Russia un aiuto per la produzione
Bruxelles C’è grande confusione sulle mosse di Mosca per chiedere l’autorizzazione nell’Unione. In attesa dell’ok dell’Ema Merkel ha offerto alla Russia un aiuto per la produzione
Nella guerra mondiale dei vaccini, la Ue in questa prima fase sta perdendo la battaglia geopolitica. L’Europa è paralizzata dalla mancanza di dosi per i propri cittadini e quindi, al di là delle belle parole sul vaccino «bene universale», delle molte promesse fatte ai paesi poveri più vicini (Balcani e Africa) e del finanziamento di un quarto del programma Covax dell’Oms (500 milioni su 2 miliardi), non solo è fuori dal gioco della diplomazia vaccinale che infuria nel mondo, ma ne è pure vittima.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che difende la strategia di acquisti comuni per i 27, ha ammesso questa settimana che la Ue è «stata troppo ottimista sulla produzione di massa». Al suo interno, in questi giorni, la Ue deve far fronte alle offensive russa e cinese, entrambe cercano di dividere il blocco.
Nel disastroso viaggio a Mosca del capo della diplomazia Ue il 5 febbraio, mentre Josep Borrell stava definendo il vaccino russo Sputnik V «buono per l’umanità», Mosca stava espellendo tre diplomatici di paesi Ue, in relazione al caso Andrei Navalny. La Russia usa il vaccino per evitare nuove sanzioni europee.
E ha già fatto dei punti: l’Ungheria ha ordinato dosi dello Sputnik V, come la Serbia, perché non ha visto concretizzarsi l’aiuto promesso da Bruxelles. La Repubblica ceca, che ha denunciato manovre di AstraZeneca – ieri smentite dal laboratorio anglo-svedese – per vendere dosi a 4 paesi Ue al di fuori del quadro comune, ci sta pensando. Cosa fare con lo Sputnik V? La Ue è spaccata, mentre c’è grande confusione sulle mosse di Mosca per chiedere l’autorizzazione nella Ue.
All’inizio, quest’estate l’annuncio del vaccino russo è stato accolto con molto scetticismo a Bruxelles. Poi l’articolo sulla rivista autorevole The Lancet del 2 febbraio, che afferma l’efficacia al 91% dello Sputnik, ha creato confusione. Bruxelles si limita a sottolineare che anche nel caso di autorizzazione dell’Ema (Agenzia europea delle medicine), la produzione non sarebbe assicurata, perché il grosso dello Sputnik V è prodotto in Russia (e non a sufficienza per usi interni), e all’estero ci sono licenze in Kazakhstan, India, Cina, Corea del Sud, Brasile. Ma dopo l’articolo su Lancet, Francia e Germania non escludono di aprire allo Sputnik.
La Germania ha offerto a Mosca un aiuto per la produzione, Angela Merkel ha affermato che «tutti i vaccini che ottengono l’autorizzazione dell’Ema sono benvenuti». Per Emmanuel Macron l’autorizzazione «non è una decisione politica ma scientifica». Ma la Polonia e i Baltici si oppongono allo Sputnik per ragioni politiche (come l’Ucraina, che lo ha bandito). Per la Lituania, «la Russia con la sua Corona-diplomazia attacca l’immagine della Ue» e vuole solo evitare nuove «sanzioni» per il caso Navalny.
Questa settimana, c’è stata anche l’offensiva della Cina, che ha convocato il 9 febbraio un vertice (video) “17+1”, cioè dei paesi europei che aderiscono alla “via della seta”, 12 dei quali membri Ue. Anche se non tutti hanno partecipato, 6 paesi sui 17 hanno già ordinato vaccini cinesi (l’Ungheria è anche in questo caso in prima linea). Per la Cina i vaccini sono uno strumento di diplomazia, usato verso i Balcani, l’Africa e il Golfo.
L’appello di più di 100 personalità sui «vaccini beni pubblici mondiali» e i cittadini dell’iniziativa noprofitonpandemic.eu suggeriscono alla Ue di passare dalle parole ai fatti e di usare l’arma della soppressione dei brevetti, per rendere il vaccino universale e così permettere una campagna mondiale, anche per i più poveri (il meccanismo Covax non potrà vaccinare più del 20% dei cittadini dei paesi in via di sviluppo).
Il 23 febbraio c’è una riunione sui brevetti alla Wto: India e Sudafrica hanno chiesto ad ottobre di sopprimere le licenze sui vaccini Covid. Il 3 febbraio, Merkel, Macron, von der Leyen e Charles Michel (presidente del Consiglio Ue) si sono detti a favore della libera circolazione dei dati sul Covid e sulle licenze. E ieri Macron, in occasione dell’iniziativa solidale dell’Oms Act-A, ha fatto un discorso a favore di «un’iniziativa solidale e coordinata».
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