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Dipartimento di giustizia Usa: «Violazione continua dei diritti degli afroamericani»

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Il report Per i neri di Ferguson «la paura e la sfiducia nei confronti della polizia è giustificata», hanno scritto i relatori del Dipartimento di giustizia degli Stati uniti a proposito di […]

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 marzo 2015

Per i neri di Ferguson «la paura e la sfiducia nei confronti della polizia è giustificata», hanno scritto i relatori del Dipartimento di giustizia degli Stati uniti a proposito di Ferguson, lo scorso 4 marzo.
Come alcuni scrittori americani – spesso – ci hanno fatto immaginare, seppure in epoche diverse, la polizia americana ha un problema con il razzismo.

E il report di 108 pagine prodotto dalla United States Department of Justice Civil Rights Division il 4 marzo scorso, che ha portato come conseguenza alle dimissioni del capo della polizia di Ferguson, ha denunciato ampiamente il razzismo degli agenti locali, testimoniando come la componente razzista sia alla base dei provvedimenti e dei comportamenti presi dalla polizia locale, già al centro dell’attenzione mondiale e nazionale, a seguito dell’omicidio di Mike Brown la scorsa estate.

In realtà un primo report del Dipartimento, ha scagionato proprio il responsabile della morte di Mike Brown: secondo i giudici Darren Wilson, non avrebbe violato i diritti civili, sparando ad un uomo disarmato.

Il secondo report, invece è un atto d’accusa durissimo nei confronti della polizia locale ed evidenzia quanto avevano raccontato i familiari e gli amici di Brown. Una tendenza a colpire gli afroamericani non solo evidente nelle comunicazione tra il personale, ma poi concretizzato nei provvedimenti amministrativi e di natura penale. In un capitolo del report viene specificato che la polizia di Ferguson violerebbe costantemente la legge attraverso fermi e identificazioni nei confronti di neri, senza alcuna motivazione. Nelle mail scambiate tra agenti, la violenza contro gli afroamericani si evince dai toni usati, con uno straordinario cinismo nei confronti delle donne afroamericane. In una di queste mail, uno dei poliziotti parlando di Obama e la possibilità di rimanere al potere ha scritto «quando mai un negro ha avuto un lavoro per quattro anni di fila». Ci sono anche le descrizioni di numerose discriminazioni contro i neri, una volta finiti nelle mani della polizia.

Una donna che arrestata, ha rifiutato di togliersi alcuni braccialetti, è stata colpita dal taser, altri incriminati per motivazioni assurde (non aver detto il proprio nome in modo corretto) o con metodi violenti e non costituzionali. Il ritratto della polizia di Ferguson è pessimo ed è presumibile che possa essere simile in altre zone che condividono con ferguson alcune caratteristiche demografiche e sociali.

Di sicuro le accuse sono chiare e nelle cento pagine ci sono episodi raccontati con la precisione di un racconto. Ma non è fantasia. Non stupisce dunque il clima di clamorosa tensione di questi giorni, e di tutti i giorni, in città in cui la popolazione nera viene discriminata in continuazione.

E le conseguenze sono gravi: violenze, accuse ridicole e in molti casi la perdita del lavoro per chi viene arrestato (spesso senza alcun motivo).

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