Dio ha il suo muratore: Manzù a Londra
Giacomo Manzù, «Large Seated Cardinal», 1983
Alias Domenica

Dio ha il suo muratore: Manzù a Londra

Alla Estorick Collection, «Giacomo Manzù: sculptor and draughtsman» Nella Milano anti-novecentista degli anni trenta maturò la sua arte inclassificabile, fra ricerca della forma pura e naturalismo. La mostra ne qualifica il culto mistico per il lavoro
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 31 gennaio 2016
Solitario, solenne, dorato, ieratico e sereno, uno dei suoi cardinali apre la mostra che la Estorick Collection di Londra, in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, ora gli dedica: Giacomo Manzù: Sculptor and Draughtsman (fino al 3 aprile; catalogo £12.95). Influenzato, sembra, tanto dalla profondità di Auguste Rodin quanto dalla nitidezza di Aristide Maillol, Manzù è sempre rimasto pericolosamente in bilico: tra Donatello e Medardo Rosso, purezza della forma e ricerca espressiva, fascinazione dell’antico e urgenza del contemporaneo. In origine quasi autodidatta, ma infine professore (a Brera, all’Accademia Albertina di Torino, alla Sommerakademie di Salisburgo), la sua parabola...
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