Didattica in trincea, la scuola ai tempi della quarantena
Istruzione L’ente di ricerca del Ministero dell'istruzione Indire ha aperto un ambiente online, dove i docenti possono partecipare a corsi sull’insegnamento a distanza. Aderiscono 150 istituti, in 10 giorni si sono registrati 330.000 accessi
Istruzione L’ente di ricerca del Ministero dell'istruzione Indire ha aperto un ambiente online, dove i docenti possono partecipare a corsi sull’insegnamento a distanza. Aderiscono 150 istituti, in 10 giorni si sono registrati 330.000 accessi
Martedì 12 marzo la professoressa Lucia Vermigli, docente di matematica all’Istituto Volta di Perugia, ha tenuto un seminario su «Lezioni di matematica a distanza per le superiori». La collega Manuela Delfino, dell’Istituto comprensivo Don Milani di Genova, ha invece affrontato il tema della «Didattica in trincea: lezioni di storia al tempo del coronavirus (scuola secondaria I e II grado)». Ad ascoltarle, in streaming, centinaia di colleghe in tutta Italia: i webinar, infatti, sono due degli oltre 80 realizzati a partire dalla prima settimana di marzo da Indire, l’ente di ricerca del ministero dell’Istruzione che si occupa di innovazione della scuola italiana, e che per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus, in accordo con il ministero, ha aperto un ambiente online (accessibile anche dalla pagina dedicata all’emergenza del Ministero) dove i docenti e i dirigenti scolastici possono accedere a una serie di proposte per organizzare la didattica a distanza.
L’obiettivo – dato il blocco delle lezioni, che è stato progressivamente esteso a tutta Italia e alla data del 3 aprile – è quello di garantire il più possibile la continuità della didattica, attraverso attività funzionali al programma e allo stesso tempo accessibili ai ragazzi.
INDIRE ha potuto contare sul supporto di 150 istituti scolastici che fanno parte dei Movimenti delle Avanguardie educative e delle Piccole scuole, e questo ha permesso di strutturare diverse soluzioni su come realizzare contenuti didattici digitali: docenti e dirigenti scolatici, ben 14mila al 12 marzo, con il supporto dei ricercatori dell’Istituto hanno condiviso nei webinar le loro «buone pratiche», in modo che ciascuna scuola possa attivarsi secondo le proprie esigenze e specificità.
LE SCUOLE che fanno parte delle due reti si sono messe a disposizione per supportare operativamente le altre scuole che sono indietro con l’uso del digitale, in una sorta di gemellaggio tra istituti. «Questa risposta è nata in modo naturale per Indire, che usa la formazione a distanza fin dal 2001, nei confronti dei docenti neo-assunti. La risposta alla nostra proposta è stata positiva: abbiamo avuto 330mila accessi in 10 giorni. In tanti si sono mobilitati affinché le scuole non interrompano le attività», spiega al manifesto Giovanni Biondi, presidente di Indire dal 2013 . «Il coronavirus ha colto alcune scuole impreparate, altre invece non hanno interrotto le attività nemmeno un giorno, perché già usavano “classi virtuali”, erano abituate alle attività. Anche chi si è dovuto adattare, però, lo ha fatto trovando soluzioni poco a poco, e oggi si è messo in modo».
TRA I PROTAGONISTI della risposta all’emergenza ci sono le Piccole scuole e le Avanguardie educative. La prima è un Movimento di cui fanno parte 300 istituti e 1.500 piccole scuole/plessi del territorio nazionale: a caratterizzare queste «piccole scuole» sono i numeri bassi, condizione che rende difficile o impossibile istituire un ciclo completo (almeno 5 classi da 25 alunni per le primarie, 3 da 25 alunni per le secondarie di primo grado), ma si tratta di 12mila plessi, tra primarie e secondarie, dove studiano oltre un milione di studenti, circa un quarto della popolazione studentesca italiana. «In questi contesti sono più abituati ad usare il web per la didattica, perché per loro è una questione di sopravvivenza» sottolinea Biondi.
Della rete delle Avanguardie, invece, fanno parte 1.118 scuole (quand’è nato il Movimento erano 22): «Lavoriamo da cinque anni per trasformare il modello scolastico, quello basato sulla lezione frontale, sulle interrogazioni, a partire da 18 idee per la riorganizzazione del tempo e dello spazio del fare scuola, che vede il digitale molto presente» racconta il presidente di Indire.
Questi soggetti, che vivono all’interno di processi di innovazione, anche nelle aree più marginali del Paese, sono più preparate ad affrontare l’emergenza. «Molti webinar sono tenuti dagli stessi insegnanti e dirigenti scolastici: è una scelta giusta, corretta, perché mettiamo in campo una sorta di “formazione tra pari” che risulta efficace, anche per l’utilizzo di un linguaggio semplice».
A DIECI GIORNI dall’avvio, l’azione di Indire entra in una seconda fase, con tutorial a disposizione di quanti – superato il primo momento di sconcerto – adesso cercano una strada per fare al meglio docenza a distanza. Oltre a fare collegamento diretto fra scuole che hanno avviato un processo di trasformazione complessivo, sia organizzativo che didattico, e che condividono la loro esperienza sul campo con altre scuole, l’Istituto sta monitorando dal punto di vista scientifico cosa sta accadendo. La crisi è un’occasione per mettere in atto le idee delle Avanguardie educative e valorizzare le competenze e le specificità delle Piccole scuole.
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