Dialoghi impossibili: Sofocle e Freud
Fulmini e saette Mi trovo nel Museo Gregoriano Etrusco in Roma, a due passi dalla kylix attica del Pittore di Edipo, ostacolato da due signori barbuti che si guardano in tralice...
Fulmini e saette Mi trovo nel Museo Gregoriano Etrusco in Roma, a due passi dalla kylix attica del Pittore di Edipo, ostacolato da due signori barbuti che si guardano in tralice...
Mi trovo nel Museo Gregoriano Etrusco in Roma, a due passi dalla kylix attica del Pittore di Edipo, ostacolato da due signori barbuti che si guardano in tralice, uno vecchissimo eppure imponente, l’altro più giovane ma occhialuto.
Ora poi, sempre inchiodati davanti alla coppa di vino in ceramica dipinta, si danno parola, e non posso fare a meno di ascoltarli.
Il vecchissimo, porgendo la mano: Permette? Sofocle di Atene.
L’occhialuto, stringendola e con una voce rauca come di malattia alla gola: Davvero? Sigmud Freud di Freiberg. Che fortuna incontrarla!
Sofocle: Anche per me.
Freud: Che ne pensa della mia lettura psicoanalitica del suo Edipo?
Sofocle: È una riduzione e un travisamento del mio testo teatrale.
Freud: E perché mai?
Sofocle: Il suo «complesso di Edipo», l’ossatura primaria universale dell’organizzazione psichica e dei rapporti interpersonali che spingerebbe gli umani a desiderare la morte del genitore dello stesso sesso e la carne del genitore di sesso opposto, non è il tema centrale della mia opera.
Freud: No? E qual è?
Sofocle: Il senso iscritto nelle sue strutture che rende intelligibile il suo ordinamento drammatico e decifrabile il suo testo, non è la tragedia del parricidio e dell’incesto, bensì la tragedia della contraddizione tra amore della conoscenza e amore del potere.
Freud: E cioè?
Sofocle: Gli umani, e specialmente gli intellettuali di professione, vivono la contraddizione tragica tra il voler conquistare (e mantenere) il potere e il voler conquistare (e rinnovare) la conoscenza. Ma questi due voleri sono radicalmente incompatibili e reciprocamente escludenti: la realizzazione dell’uno comporta la perdita dell’altro.
Freud: E allora il responso oracolare che impronta tutta la vita del tuo Edipo, che significa?
Sofocle: «Amerai tua madre e ucciderai tuo padre» significa ‘amerai la conoscenza (la terra, la verità – «tua madre») e conquisterai il potere (strappandolo a «tuo padre»).
Freud guarda Sofocle come Edipo dipinto guarda la Sfinge, stupefatto, a bocca aperta.
Sofocle: Ma lasciamo il campo di visione al signore dietro di noi. Vorrei dirle ancora due parole sul «narcisismo», come Lei ha creduto di riconoscerlo nella figura mitologica di Narciso.
(segue)
pasquale misuraca.com
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