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Di nuovo in piazza: gli studenti belgi scuotono «il clima»della politica

Di nuovo in piazza: gli studenti belgi  scuotono «il clima»della politica

Clima La ministra dell’ambiente fiamminga, Joke Schauvliege, costretta alle dimissioni dopo aver screditato il movimento affermando che gli studenti «si sono fatti manipolare»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 febbraio 2019

Non si ferma la protesta degli studenti belgi in mobilitazione permanente dall’inizio dell’anno in difesa del clima. Per questa quinta edizione, la piattaforma «Youth for climate» ha raccolto l’adesione di 25 mila studenti in tutto il Belgio.

È LA CITTÀ DI LOVANIO a registrare il più alto numero di manifestanti, 12 mila, prevenienti da tutto il Belgio, con l’obiettivo di unire le forze, e i numeri, per chiedere alla politica di agire in fretta. Una manifestazione che ha avuto il sostegno delle associazioni dei presidi di Lovanio, i quali hanno autorizzato i propri studenti a saltare i corsi per partecipare all’azione di piazza. Numeri più contenuti nelle altre città: 5 mila a Bruxelles, 2 mila ad Arlon, 600 ad Anversa. Per la sesta edizione è previsto il ritorno nella capitale, per quello che si preannuncia come un viaggio itinerante nelle principali città del Belgio, per chiedere alla classe politica di scongiurare i rischi del riscaldamento climatico.

UN MOVIMENTO che ha scosso il mondo politico belga, da destra a sinistra, fra chi sostiene apertamente le ragioni degli studenti, come il partito dei Verdi, e chi invece ha cercato di minimizzarne l’azione, soprattutto i partiti orientati a destra.

La N-va, partito nazionalista fiammingo d’estrema destra e primo per numero di consensi in tutto il paese, celebre per gli exploit di uno suoi esponenti di spicco, Theo Francken (il Matteo Salvini del Belgio), ha cercato di screditare il movimento mettendo l’accento sulla cattiva condotta di degli studenti che preferiscono la piazza alle aule, portatori di stili di vita «in contraddizione rispetto ai propositi che sventolano in piazza».

MA A PAGARE IL PREZZO più alto è stata la ministra dell’ambiente nel governo regionale fiammingo, Joke Schauvliege (del partito CD&V di centro-destra) costretta alle dimissioni dopo aver affermato che gli studenti «si sono fatti manipolare», evocando un complotto ordito dalla lobby ambientalista in conflitto con la lobby che difende gli interessi degli agricoltori. Una dichiarazione che ha sollevato dure polemiche, mettendo in cattiva luce la ministra costretta alle dimissioni, durante una conferenza stampa in cui si è mostrata in lacrime e visibilmente scossa scusandosi di «essersi lasciata andare ad affermazioni che non aveva verificato».

SULLA SCIA DI UN AUMENTO di consensi, i Verdi (primo partito a Bruxelles secondo i sondaggi) presenteranno un disegno di legge, con il sostegno dei socialisti e del Movimento Riformatore (centro-destra) del premier Charles Michel. La «legge speciale sul clima», redatta da studiosi delle principali università del Belgio (l’Università Saint-Louis di Bruxelles, l’Ucl, l’UGent e l’Uhasselt), prevede norme ed incentivi per ridurre le emissioni di CO2 e dei gas ad effetto serra, la promozione delle energie rinnovabili e la creazioni di una Commissione speciale permanente ed indipendente sul clima che avrà il compito di supervisionare l’operato del governo.

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