Alla fine, dopo essere rimasta per settimane chiusa nel cassetto l’analisi costi-benefici sulla Tav è pubblica. Anzi è pubblicata dal Fatto, giornale vicino ai 5S, ancora prima di spuntare sul sito del Ministero dei trasporti. I parlamentari possono informarsi dall’una o dall’altra fonte. Metterli al corrente non è considerato prioritario ed è ovvio che non prendano bene lo sgarbo. Particolari: l’importante è che il documento dovrebbe chiudere la discussione seduta stante. Se un’opera registra una perdita secca di 8 miliardi sembrerebbe esserci poco da discutere, tanto più che il testo stilato dai commissari coordinati da Marco Ponti, 5 su 6...