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Giorgio Trizzino: «Di Maio ha sbagliato, doveva accettare il confronto»

Giorgio Trizzino: «Di Maio ha sbagliato, doveva accettare il confronto»

Giorgio Trizzino Come Nunzio Angiola e Giancarlo Rospi, che ieri hanno annunciato la loro adesione al gruppo misto della camera, Giorgio Trizzino fa parte degli esponenti della società civile selezionati dal Movimento […]

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 gennaio 2020

Come Nunzio Angiola e Giancarlo Rospi, che ieri hanno annunciato la loro adesione al gruppo misto della camera, Giorgio Trizzino fa parte degli esponenti della società civile selezionati dal Movimento 5 Stelle che alle ultime elezioni politiche sono state eletti nei collegi uninominali. Per questo gli chiediamo se i malumori degli «indipendenti», coloro i quali dovevano fornire maggiore competenza al M5S proiettato verso il governo, sono la spia di un malessere più generale all’interno dei gruppi parlamentaria 5 Stelle. «Mi faccia premettere che quello che è accaduto non sarebbe mai avvenuto nei partiti tradizionali – spiega Trizzino – I partiti sono strutturati, il M5S invece ha scelto di pescare dal mondo delle professioni. Nei partiti c’è uniformità politica, nel M5S proveniamo tutti da diversi ambiti. Quindi col tempo è possibile che le posizioni divergano».

Dunque questi sommovimenti erano in parte inevitabili?
Diciamo che tutto ciò era prevedibile, per questo bisognava fare opera di prevenzione. Avremmo dovuto contenere le differenze attraverso il dialogo e il confronto. Per questo motivo critico i vertici e penso che la colpa di quello che accade non è solo di chi va via.

Ha mai pensato anche lei di lasciare il gruppo del M5S?
No, se vuoi cambiare devi stare dentro. Sia Angiola che Rospi sono persone valide, ma hanno dimostrato debolezza. Andare via non serve a nulla, non otterranno niente in questo modo. Mi sono confrontato con chi ha scelto di andarsene, ma un conto è che lo faccia io da parlamentare, altro è che lo faccia il «capo politico». Lui aveva il compito di interpretare questo disagio.

Dopo le dimissioni di Fioramonti, Conte vi ha dissuaso dal fare un gruppo di ex grillini che resti nel recinto della maggioranza?
Non si aiuta il governo abbandonando una delle sue componenti essenziali. Conte ha detto chiaramente che ha bisogno di un Movimento 5 Stelle forte.

Resta nel M5S ma non risparmia critiche ai vertici.
Penso che le mie osservazioni vengano meditate. Forse molti miei colleghi non avevano capito che protestare e governare sono due cose diverse. In tempi non sospetti chiesi una segreteria e l’introduzione dei «facilitatori» va in quella direzione. Avevo chiesto anche un’assise, un momento di confronto con la base. E anche questa ci sarà. Staremo a vedere come funzioneranno questi organismi.

È stato molto duro con Alessandro Di Battista quando ha espresso vicinanza a Gianluigi Paragone. Ha detto che agisce per distruggere il M5S.
Di Battista deve capire che quando si candiderà e diventerà nuovamente parlamentare può venirci a dire quello che pensa, adesso lasci lavorare le 330 persone che sono nelle condizioni di fare le leggi e dire come la pensano. Abbia la pazienza di aspettare.

Ha avuto modo di confrontarsi con Beppe Grillo?
Grillo lo conosco molto poco, nel tempo abbiamo scherzato. Una volta mi ha detto «Chi te lo ha fatto fare a candidarti?». Ha una visione non comune della realtà, magari è un sognatore ma ha molto chiaro dove deve andare il paese. Noi parlamentari abbiamo il compito di trasformare quelle visioni in fatti concreti.

Si aspettava che Grillo avrebbe indicato la collocazione progressista per il M5S?
Il M5S è stato un argine, la gente ha manifestato il dissenso votando e in questo modo abbiamo evitato derive violente. I valori del M5S aderiscono perfettamente con la sinistra. Era strano che fossimo alleati con la destra, ma forse in quel momento era una scelta obbligata per dare un governo al paese. Io stesso avevo avuto contatti tali che sembravano portarci già all’indomani del voto al governo col Pd. Sembrava che ce l’avessimo fatta e invece abbiamo dovuto subire mesi di governo col partito peggiore.

Le elezioni regionali saranno un bivio per la maggioranza?
Si percepisce chiaramente che la Lega è in declino. Adesso sta a noi fermare questa destra reazionaria, soprattutto convincendo quelli che pensano non valga la pena di non andare a votare. Andrò in Emilia Romagna a sostenere la vittoria del centrosinistra con il M5S.

Sta dicendo che farà campagna per il voto disgiunto?
Posso dirle che a me Stefano Bonaccini fa molta simpatia.

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