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Di Maio al senato ha bisogno dell’aiutino di Casellati

Di Maio al senato ha bisogno dell’aiutino di CasellatiLa presidente del senato Elisabetta Casellati – Ansa

Regolamento Per formare il gruppo di Insieme per il futuro a palazzo Madama grazie all'insegna di Tabacci serve un'interpretazione assai estensiva delle norme. Altrimenti c'è il Maie del sentore argentino Merlo

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 giugno 2022

Il capogruppo c’è, Primo Di Nicola, di conseguenza arriverà anche il gruppo di Insieme per il futuro (Ipf) al senato, malgrado a palazzo Madama le regole siano più rigide della camera. Oltre ai 10 senatori, infatti, per fare un nuovo gruppo – e guadagnare così tempo di intervento, rappresentanti nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza, contributi – servono un simbolo presentato alle elezioni e almeno un eletto con quel simbolo. Poco più di un mese fa la presidente Casellati ha consentito la nascita del gruppo Cal-Italia dei valori, anche questo tutto formato da ex 5 Stelle, grazie a un’interpretazione estensiva del regolamento (articolo 14).

Il piccolo simbolo di Italia dei valori, infatti, era presente alle elezioni del 2018 all’interno di un super simbolo, quello della lista Lorenzin, affiancato ad altri quattro simboletti. L’eletto c’è, è il senatore Casini, e secondo Casellati non occorre che si unisca al gruppo (com’era stato per Nencini con Italia viva di Renzi quando fece la scissione dal Pd), basta il consenso del titolare del simbolo (che in questo caso è l’attuale segretario del partito che fu di Di Pietro).

Ma perché il gruppo dei seguaci di Di Maio possa formarsi grazie alle insegne dell’ex Dc Bruno Tabacci, come si legge in queste ore, servirebbe un’interpretazione ancora più estensiva. L’unica eletta di Centro democratico (la lista di Tabacci) è infatti Emma Bonino, che tutti noi consideriamo esclusivamente di +Europa solo perché non guardiamo il simbolo con cui ha vinto nell’uninominale a Roma nel 2018 con la lente di ingrandimento. Facendolo, si nota in piccolo anche il logo di “Centro democratico”. Bonino, però, con quel simbolo ha già ottenuto la costituzione di una componente del gruppo misto, assieme ad altri tre senatori. Se Casellati autorizzasse l’ulteriore deroga, significherebbe che con un solo eletto potrebbero comporsi nuovi gruppi per ognuno dei micro simboli presenti sulle schede del 2018. Via libera dunque ai gruppi di Centristi per l’Europa, Alternativa popolare, Italia è popolare, Verdi, Area civica… una festa di fine legislatura. In alternativa Di Maio e il neo presidente (in pectore) Di Nicola potranno avere il loro gruppo solo grazie al simbolo del Maie, gli italiani eletti in America del sud, il cui titolare Ricardo Merlo fu protagonista dell’operazione (fallita) dei «costruttori per Conte» e ora viene dato di ritorno al senato la prossima settimana dall’Argentina.

È un interessante paradosso che siano proprio gli eletti con i 5 Stelle e Di Maio, la cui aggressiva retorica contro i «cambi di casacca» si era spinta fino a chiedere il vincolo di mandato ed è testimoniata da decine di proclami anti «voltagabbana», i campioni del trasformismo parlamentare. I numeri dell’emorragia dai gruppi 5 Stelle sono clamorosi. Alla camera dalla proclamazione a oggi hanno lasciato 117 deputate e deputati rispetto ai 222 di partenza, il 53%. Due sono cessati dalla carica, gli altri sono andati in prevalenza al nuovo gruppo Di Maio o alla componente di opposizione

Alternativa, ma anche a Forza Italia (4), Fratelli d’Italia (4), Pd (4), Lega (2), Italia viva (2), LeU (1). In molti (7) avevano scelto Coraggio Italia, che però si è sciolta per la lite tra Toti e Brugnaro e così adesso ingrossano il numero degli ex 5 Stelle finiti nel Misto senza aderire a nessuna componente (19 deputati).

Al senato, in questi quattro anni e tre mesi il gruppo 5 Stelle ha perso 48 componenti su 111 (43%, con due decessi), la maggior parte dei quali (12) sono nel gruppo di opposizione Cal-Idv, ma ce ne sono tanti (10) anche nel Misto senza componente e adesso con Di Maio. Senatori eletti dai 5 Stelle sono finiti anche a Forza Italia (2), Lega (3), Fratelli d’Italia (1), Italia viva (1), Pd (1) e nel Misto alle componenti Italia al centro, Italexit e Potere al Popolo.

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