I Massimo Volume sono una magnifica ossessione, un culto condiviso e vissuto intimamente, in forme privatissime e rituali, che vanno molto oltre l’adorazione. Quando li si scopre, si cade, venendo catturati per sempre dalle narrazioni di Emidio Clementi e dalle armonie dissonanti della band di non bolognesi più bolognese che ci sia, in attesa impaziente di un nuovo disco o di qualche traccia da riscoprire.

Mimmo Pesare, fondatore di Ninotchka e autore di un libro su Lacan e i Massimo Volume, ha pensato di festeggiare il trentennale dal primo disco della band, Stanze (1993). Ha così radunato un gruppo di devoti accoliti, chiamati a reinterpretare ognuno un brano, in ordine cronologico rispetto alla discografia, da il Demo nero fino a Il nuotatore.

Ci sono Francesco BianconiCesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi con Ninotchka, Spartiti,, i Bachi da Pietra e Giovanni Succi solista, e molti altri. Sono versioni personali e raffinate, che aggiungono suoni sintetici, arpeggi acustici o distorsioni a canzoni che rivelano ben più di un’affezionata ispirazione. È una band che continua, in modo unico, a dirci qualcosa sulla vita, a tutti noi.