Deux mille vingt trois. 2023. Il titolo dell’ultima creazione di Maguy Marin è già una dichiarazione di intenti. Le immagini, le parole, la luce e il buio che scandiscono il tempo condiviso del teatro, che piaccia o no, affondano lo sguardo dritto dentro il nostro tempo senza filtri consolatori né visioni di speranza. Una sfida alla resistenza del pubblico mossa dall’urgenza di denuncia verso un mondo in cui non si trova più credibilità. ALLA CAVALLERIZZA di Reggio Emilia, di fronte al pubblico, in proscenio, c’è un grande muro bianco. Su ogni mattone è scritto un cognome, sono tantissimi e ben...