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Destra fredda con Rocca. Prove di lista rossoverde

Destra fredda con Rocca. Prove di lista rossoverdeFrancesco Rocca

Regionali Lazio Un sondaggio evidenzia: il campo largo avrebbe ancora la maggioranza. Sinistra civica ecologista cerca l’accordo coi Verdi. L’ex 5S Cacciatore torna con Conte

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 31 dicembre 2022

Un sondaggio di Izi per Repubblica disegna la situazione per le regionali del Lazio del 12 e 13 febbraio prossimi. A fronte di centrosinistra e M5S divisi, la coalizione di destracentro che sostiene Francesco Rocca sarebbe destinata a vincere con il 42,6%. D’Amato, candidato di Pd e Terzo polo è staccato di 6 punti e Donatella Bianchi, scelta da Conte, raccoglierebbe il 18,5%. Le operazioni aritmetiche non coincidono mai con quelle politiche, ma è evidente che la destra appare vincente solo in virtù delle divisioni nel campo avverso.

Ieri, si è appreso che la coalizione di D’Amato ha perso un altro pezzo. Marco Cacciatore, consigliere regionale uscente eletto con il M5S e poi passato a Europa Verde, ha deciso di tornare sotto l’ombrello pentastellato e di far parte della lista di Loredana De Petris, Stefano Fassina e altri che sosterrà Bianchi. «Con Conte – ha detto Cacciatore – si è concretizzata quella scelta di campo progressista che auspicavo quando ho lasciato il M5S». Tra le forze che sostengono D’Amato, invece, potrebbe saldarsi la lista comune dei Verdi con la Sinistra civica ecologista di Massimiliano Smeriglio e Amedeo Ciaccheri, che per settimane ha provato prima a ricucire il campo largo e poi almeno a tenere insieme i rossoverdi.

Questa volta non ci sarà Sinistra italiana, i cui dirigenti del Lazio hanno scelto di schierarsi con l’esperimento progressista di Conte. «Dobbiamo fare di tutto per fermare questa destra – dice Amedeo Ciaccheri – Per questo stiamo lavorando a una lista rossiverde, ecologista, pacifista e municipalista. Facciamo i conti con la fine della stagione di Nicola Zingaretti durata dieci anni. Dentro questa storia, vogliamo contribuire alla rigenerazione della sinistra. Abbiamo investito queste energie già alle politiche, ora continuiamo lungo quel percorso».

La destra da trionfatrice annunciata ha il problema di considerare già chiusa la partita. Si registra una certa freddezza da parte delle forze che sostengono la coalizione dell’ex presidente della Croce rossa Francesco Rocca. Sulla scelta ha pesato la volontà di trovare una persona considerata competente, per evitare gli esiti rovinosi della consiliatura. Accadde l’ultima volta che il centrodestra si ritrovò in maggioranza al consiglio regionale: la presidente era Renata Polverini e venne travolta dagli scandali dei rimborsi e dall’entropia della sua coalizione. Con Rocca, Meloni spera di evitare questo esito ma rischia di scontentare il ceto politico regionale. Del resto, gli stessi sondaggi davano un margine di vantaggio sul centrosinistra molto maggiore a un politico a tutto tondo come Fabio Rampelli, che si era pure detto disponibile a correre. Solo che il vicepresidente della Camera da pezzi importanti della destra romana viene considerato «divisivo». Vecchie ruggini che si trascinano anche in questi giorni di gloria.

Fatto sta che a dieci giorni dalla designazione del candidato, non c’è ancora stata un’occasione pubblica, una presentazione assieme ai leader di partito. L’altro giorno, la presidente del consiglio alla domanda circa un suo impegno in campagna elettorale ha risposto sibillina: «Vedrò quello che hanno fatto i miei predecessori a Palazzo Chigi e mi regolerò di conseguenza». Per il momento, tuttavia, i manifesti 6X3 che annunciano l’agone delle regionali non compare il candidato presidente. Paolo Trancassini, coordinatore di Fratelli d’Italia per il Lazio, assicura che subito dopo capodanno Rocca comparirà insieme ai suoi sponsor politici: «La presentazione ci sarà, a stretto giro».

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