Si basa su un «contrasto» Deserto particular del cineasta brasiliano Aly Muritiba presentato alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia del 2021 dove ha vinto il premio del pubblico e da oggi nelle sale. Da una parte è inscritto in un contesto di realismo sociale di vari ambienti e di vita dei personaggi, dall’altra in una «confezione» cromatica che esalta l’artificio per via di luci cariche di colori e variazioni che trasformano il realismo in composizione visiva antinaturalista per aderire a una storia che è/diventa anche mélo ma senza tragedia, storia di un amore «impossibile» nato sulle reti sociali e proseguito dal vero con inattesi accadimenti nell’odierno Brasile, dal Sud al Nord del Paese.
Protagonista è Daniel Moreira (Antonio Saboia, attore per il cinema e la televisione), poliziotto finito nei guai dopo avere aggredito una recluta (nel fuori campo di un fatto successo prima dell’inizio del film) che vive con il padre anziano e demente, ex militare, lo accudisce facendosi talvolta aiutare dalla sorella più giovane che gli confessa di amare una donna provocandogli una reazione «silenziosa» di fastidio.

EPPURE sarà proprio Daniel a vedere la propria vita sconvolta nel momento in cui decide di lasciare tutto per andare a cercare – in quello che diventa un vero e proprio on the road percorrendo il deserto, sostando in villaggi, incontrando personaggi – Sara, la donna di cui è innamorato e che non risponde ai suoi messaggi mandati ossessivamente. Si avvia un road movie fisico e interiore che lo porta sempre più lontano, il suo volto esprime ovunque lo stato di confusione e di ossessione che lo permea, il gesso al braccio destro – che si strappa solo verso la fine – si fa elemento/segno del suo stato e ostacolo del suo relazionarsi con gli altri. Dovrà rimodulare le proprie convinzioni, Daniel, soprattutto quando si accorge che l’amata Sara è un giovane di nome Robson (Pedro Fasanaro, al suo esordio nel lungometraggio, anch’egli, come Saboia, autore di un’interpretazione eccellente) che vive con la nonna e ha alle spalle traumi familiari a causa della sua omosessualità.

Muritiba – il quale afferma che «in un’epoca di violenze ho voluto fare un film d’amore» – costruisce sempre più una serie di scene madri che descrivono il perdersi e ritrovarsi dei due personaggi dopo che Daniel è finalmente riuscito a raggiungere l’oggetto del suo desiderio. Aveva affisso ovunque foto di Sara e un uomo lo aveva contattato dicendogli di essere in possesso di informazioni (si tratta di una figura che non rimarrà marginale, un gay che si rivela essere il migliore amico di Robson), indicandogli dove avrebbe potuto trovarla, in una discoteca. In quel club lgbt Sara appare come d’incanto a Daniel, una «visione» bionda e sorridente che quasi subito sparisce tra la folla, gli sfugge.

SEDUZIONE, distanza, vicinanza. I locali notturni, le strade, la vettura del poliziotto sono i set nei quali si dispiega questo incontro-scontro ben espresso dalla sensuale scena di ballo con Daniel e Sara abbracciati, fra carezze, labbra che si sfiorano, un bacio (sulla canzone Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler, che tornerà nella scena finale), e che prosegue in auto interrompendosi bruscamente perché Daniel scopre la vera identità dell’amata. Si sprofonda e riemerge in Deserto particular, un film che inanella vari finali – come se non volesse lasciare i suoi personaggi, abbandonarli – e «libera» Daniel dai pregiudizi che lo bloccavano accompagnandolo nella dimostrazione di un amore che infine, pur se temporaneo, si manifesta in tutta la sua flagranza.