È stata la rottura di un assile, secondo la prima ricostruzione dei tecnici della Polfer coordinati dalla procura fiorentina, a provocare il deragliamento di un vagone merci che, adagiandosi su un fianco, ha finito per travolgere alcuni pali di sostegno e gli stessi tralicci che alimentano la circolazione nel tratto Firenze-Bologna.

L’incidente, avvenuto verso le due del mattino vicino alla stazione periferica di Castello, ha provocato un terremoto sull’intera dorsale ferroviaria nord-sud, bloccando per molte ore la circolazione di tutti i convogli, da quelli ad alta velocità fino ai regionali.

Solo verso mezzogiorno le squadre di soccorso sono riuscite a ripristinare l’alimentazione su due degli otto binari complessivi, facendo progressivamente ripartire dalle stazioni principali di Roma, Firenze, Bologna e Milano, affollate da migliaia e migliaia di viaggiatori in attesa, da ore, i primi treni ad alta velocità. Alle cinque del pomeriggio il sito FsNews ha dato notizia che la circolazione ad alta velocità era tornata regolare.

Lo stesso sito, alle otto di sera, ha aggiornato la situazione spiegando che si stava ancora lavorando per ripristinare l’alimentazione su altri due binari dedicati al trasporto regionale, per garantire oggi la ripresa anche sulle linee “convenzionali” Firenze-Bologna e Firenze-Viareggio.

IL DERAGLIAMENTO ha provocato le proteste anche vibranti dei tanti viaggiatori in lunga attesa nelle stazioni, costretti a prendere bus sostitutivi o a perdere le coincidenze con gli aeroporti. Ancor peggio è andata ai 160 passeggeri dell’Intercity notturno Milano-Salerno, rimasti per un’intera notte dentro il convoglio privo di riscaldamento in aperta campagna. Solo l’arrivo alle 10 del mattino di un locomotore a gasolio ha permesso di trainare il treno fino alla stazione di Prato.

Per fortuna nel deragliamento, che ha avuto una dinamica non troppo diversa da quella che provocò 14 anni fa la strage di Viareggio, i macchinisti non sono rimasti feriti. Il dirigente del compartimento della Polfer della Toscana, Marco Dalpiaz, ha spiegato: «Lo sviamento ha interessato un convoglio di 30 carrozze diretto a nord che trasportava merci non pericolose. Un carrello con sopra un container contenente merci varie come frutta, alimenti, cosmetici e materiali ferrosi. È stata subito informata l’autorità giudiziaria, e sono stati sequestrati il carrello interessato e il container che trasportava».

SULL’INCIDENTE è stata aperta un’inchiesta della magistratura, che indaga contro ignoti con l’ipotesi di disastro ferroviario. Il treno era partito dall’Interporto di Nola ed era diretto a Milano Segrate. Gts Spa, l’azienda ferroviaria coinvolta, attraverso il suo ceo Alessio Muciaccia ha fatto sapere di non essere responsabile della manutenzione del carro.

Va da sé che sulla vicenda si sono innestate polemiche. Ma più che sui problemi reali, legati alla manutenzione dei carri merci, si sono indirizzate su presunte mancanze delle rete ferroviaria. «I gravi disservizi delle ultime ore sono anche frutto di carenze infrastrutturali figlie di scelte del passato – ha fatto sapere il ministero dei trasporti guidato da Matteo Salvini – nel caso specifico per i ritardi dei lavori per il sottoattraversamento dell’alta velocità nel capoluogo toscano.

Si tratta di un’opera che proprio il Mit ha voluto riprendere, tanto che i lavori inizieranno a maggio con quella `logica del fare´ apprezzata da tanti amministratori locali, e riconosciuta anche dal presidente toscano Eugenio Giani». Il quale ha tenuto la stessa linea: «Il passante ferroviario dell’alta velocità avrebbe garantito percorsi alternativi, non interrompendo i collegamenti nord-sud dei treni ad alta velocità».

OPPOSTA L’ANALISI del comitato No tunnel Tav: «Ci chiediamo se Giani abbia un qualche straccio di consulente che gli spieghi dove il treno merci è deragliato: in quel punto la linea del passante sotterraneo sarebbe già riemersa dalle viscere della città. Se i tunnel ci fossero stati si sarebbe fermata tutta le circolazione ugualmente, anche perché, dalle prime immagini, il blocco totale della circolazione più che all’occupazione dei binari della stazione di Castello, dove ce ne sono sei per tre linee, più quelli di sosta e precedenza, è dovuto all’abbattimento dei pali che sorreggono la linea aerea che garantisce l’alimentazione elettrica”.