Era successo solo con l’orario del coprifuoco, ad aprile, e il governo Draghi ebbe un sussulto. Questa volta il fatto che nel Cdm di ieri mattina tutti e tre i ministri della Lega, per contrarietà ideologica, non abbiano partecipato al voto sul decreto legge che ha introdotto la par condicio fra tutti i referendum in lavorazione, anche quelli i cui quesiti siano stati depositati in Cassazione dopo il 15 giugno, irrita assai meno. Il fair play suggerisce infatti di non infierire su un partito in ginocchio che sta tentando disperatamente di riconquistare il titolo di “peggior nemico della droga”. MALGRADO...