Economia

Decreto rilancio, bonus a pioggia mentre cresce la crisi

Decreto rilancio, bonus a pioggia mentre cresce la crisi

55 miliardi, 267 articoli, 495 pagine: per rendere esecutivo il testo servono 148 misure attuative. Per i poveri solo un reddito di emergenza, per le imprese taglio dell’Irap

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 10 luglio 2020

La diga sta per essere ultimata, ora il governo spera che lo tsunami della crisi sociale ed economica più grave dell’ultimo secolo non la travolga. Pari ad almeno due finanziarie, 55 miliardi di euro in totale, il decreto rilancio è stato approvato ieri alla Camera con una fiducia che ha ottenuto 278 voti favorevoli, 187 contrari ed un astenuto. Il decreto, in scadenza il 18 luglio, dovrà essere approvato senza modifiche dal Senato dove approderà il 14 luglio.
FRUTTO di un maxi-scostamento di bilancio, con 26,2 miliardi di indebitamento netto messo in conto sul 2021, e di oltre 800 milioni aggiunti dai deputati, il decreto anticipa un nuovo scostamento di bilancio che si è reso necessario per coprire molte altre spese innescate dall’emergenza Covid e sarà deciso entro l’inizio delle vacanze, prima di settembre quando sarà il turno di una legge di bilancio molto difficile.

IL «DECRETO RILANCIO» si presenta come un cono rovesciato. Contiene un ampio pacchetto fiscale la cui misura principale è il taglio dell’Irap in maniera incondizionata 4 miliardi alle imprese fino a 250 milioni di euro di fatturato, comprese quelle che hanno aumentato i profitti nel lockdown, e ha ribadito l’estrema condizionatezza di un bonus temporaneo e difficilmente accessibile ai poverissimi chiamato «reddito di emergenza» che stanzia in due tranche poco più di 800 euro. La contraddizione è palese anche da un altro punto di vista: l’Irap va per il 90% alle sanità regionali. Per ovviare all’ammanco l’esecutivo ha stanziato più di 3 miliardi di euro alla Sanità. Il saldo delle misure è, al momento, quasi pari.

UNA CONTRADDIZIONE politicamente analoga è spuntata in un altro bonus contenuto tra le misure aggiunte alla Camera. Alla pioggia dei bonus si è aggiunto quello per la rottamazione delle auto che scatterà dal prossimo 31 agosto e sarà utilizzabile, per l’acquisto di auto nuove, fino ala fine di quest’anno. Se l’auto è stata immatricolata prima del gennaio 2010 il bonus sarà anche “rafforzato” con 2mila euro in caso di emissioni CO2 g/Km fino a 60 (le auto elettriche e ibride). Sarà di 1.500 euro per le Euro6 da 61 a 110. In caso di mancata rottamazione il contributo è dimezzato. Un aiuto importante all’industria automobilistica in agonia, già sostenuta dal governo con un maxi prestito da oltre sei miliardi nel caso di Fca.

NON PROPRIO UNA SPINTA verso il Green New Deal più volte evocato da questo governo che dovrà destinare una parte cospicua del «Recovery fund» europeo (172 miliardi, forse) alla cosiddetta transizione “ecologica». «Siamo riusciti a ridurre l’impatto degli incentivi al diesel – ha detto Rossella Muroni (LeU) che ha votato il provvedimento – Una misura inutile e dannosa perché premia con un simbolico ecobonus ciò che ecologico non è, le auto che anche per l’Europa sono troppo inquinanti. Spero sia davvero l’ultima volta – conclude la Muroni – che commettiamo un simile errore strategico. Spero sia l’ultima volta che il Green New Deal rimane slogan e non decisione politica».

OLTRE A MISURE a pioggia per il sostegno per il comparti del tessile, la moda, le fiere e il «wedding planning», e alle misure per l’estensione delle casse integrazioni e del blocco dei licenziamenti (ne parliamo sotto), va segnalato l’ecobonus al 110% esteso alle seconde case. Si tratta di una detrazion per gli interventi su edifici energeticamente efficace,

C’È POI IL RADDOPPIO dei fondi alle scuole paritarie. è stato recepito un emendamento della commissione bilancio approvato trasversalmente dalla maggioranza alla Lega e alle altre destre, che ha stanziato altri 150 milioni, per un totale di 300 milioni di euro. Alla scuola pubblica sono stati destinati 1,6 miliardi di euro, metà di quanto riconosciuto ad Alitalia. La ministra dell’Istruzione Azzolina e il premier Conte hanno annunciato un altro miliardo, la metà del quale investito per l’assunzione di almeno 50 mila nuovi precari, non alle stabilizzazioni. Il provvedimento allunga il congedo parentale fino al 31 luglio per chi ha figli fino a 12 anni, con la perdita del salario fino al 50%, e finanzia i centri estivi fino dai 3 ai 16 anni con altri 150 milioni.

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