Decreti e fiducia: dopo il Lavoro tocca all’Inps
La maggioranza di destra festeggia alla Camera – Foto LaPresse
Lavoro

Decreti e fiducia: dopo il Lavoro tocca all’Inps

Perfino Italia Viva protesta: è inaccettabile. Secondo voto in due giorni dopo i lunghi ritardi Fp Cgil: stabilizzati 1300 precari sanità
Pubblicato più di un anno faEdizione del 29 giugno 2023

Due decreti, due fiducie in due giorni. La maggioranza di destra e il governo Meloni non hanno tempo e non sentono ragioni. Martedì sera il voto sul decreto Lavoro ala Camera, ieri quello sul decreto Inps al Senato.

E così mentre la commissaria Micaela Gelera faceva i primi passi all’Istituto nazionale di previdenza sociale – che martedì ha approvato il Rendiconto generale da parte del Comitato di indirizzo e vigilanza (Civ), il provvedimento che ne ha portato alla nomina al posto del presidente Pasquale Tridico è stato approvato con 100 voti favorevoli, 74 contrari e un astenuto.

«Quando il governo ha annunciato la presentazione di questo decreto chiamato “Enti”, in parlamento stavamo esaminando il Decreto Pa per cui abbiamo pensato che il nuovo provvedimento fosse finalizzato a colmare alcune lacune importanti, a partire dalle assunzioni nel sociale, nella sanità e delle figure tecniche necessarie per attuare il Pnrr: nulla di tutto questo purtroppo. Si tratta di un decreto omnibus la cui principale finalità è di azzerare in modo inaudito i vertici dei due principali enti del welfare italiano. La maggioranza sta occupando tutti gli spazi in modo poco democratico, fa fuori dipendenti pubblici prima della fine del mandato con norme contra personam. Per chi sono urgenti queste norme? Per lo Stato, per i dipendenti pubblici o per la maggioranza che governa il paese?», denuncia la senatrice Annamaria Furlan, del Pd. «Con questo decreto il governo – prosegue Furlan – ha azzerato i presidenti di Inps e Inail ma è stato poi incapace di nominare i nuovi vertici rispettando i 20 giorni di tempo che si era dato e lasciando a lungo due istituti fondamentali con i presidenti delegittimati nel momento delicato del Pnrr. Una misura di spoil system, che il nostro ordinamento non prevede, e che è stata giustificata con un intervento di razionalizzazione e semplificazione».

Perfino Italia Viva ha attaccato la scelta dell’ennesima fiducia: «È umiliante doversi confrontare con un decreto che non abbiamo potuto esaminare. Continuiamo a essere una opposizione costruttiva, ma ci viene chiesto l’ennesimo voto di fiducia, su un documento che non ha il profilo di omogeneità e urgenza. È uno schiaffo alla democrazia e al parlamento», ha detto la senatrice Daniela Sbrollini, intervenendo in Aula durante la discussione generale al Decreto Enti-Omnibus. «Dentro questo decreto – ha spiegato – c’è di tutto, il che va in palese contrasto con l’articolo 77 della Costituzione. Si parla di Inps, Inail, Rai, sanità, istituto di credito sportivo, Pnrr, minoranze linguistiche, e potrei continuare».

Qualcosa di buono però nel decreto Inps c’è. Dopo esserlo rimangiato in vari provvedimenti precedenti, governo e maggioranza hanno finalmente dato il via libera alla stabilizzazione dei circa 1.300 ricercatori della sanità degli Irccs e degli Istitutizooprofilattici sperimentali pubblici. «È un atto doveroso nei confronti di lavoratrici e lavoratori che svolgono un’attività preziosa e strategica per il paese e che hanno bisogno di certezze, valorizzazione, futuro», commenta la Funzione pubblica (Fp) Cgil, che chiede «di procedere in tempi brevissimi alle assunzioni».

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