Decifrare l’arcano, il gioco stregante di Tabucchi
Mario Ceroli, Adamo ed Eva, 1964, legno e smalto, Roma, collezione Franchetti
Alias Domenica

Decifrare l’arcano, il gioco stregante di Tabucchi

Due Meridiani per Antonio Tabucchi Tagli rapidi e struggenti; il Tempo, antagonista o alleato apparente... Nei racconti (la matrice è Montale) lo scrittore di Pisa diede il meglio. Poi venne Pereira
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 9 dicembre 2018
«Quando Garibaldo, quel giorno da chiodi, si beccò la pallottola in fronte (un forellino capocchioso, nemmeno un foruncolo), mentre stramazzava nel bacinìo della piazza, proprio davanti allo Splendor, volle avere l’ultima parola. Ma invece la lingua liberò un gorgoglio squaccheroso»: da quest’incipit nessuno dei lettori di Piazza d’Italia avrebbe forse potuto pronosticare che tipo di scrittore sarebbe poi stato Antonio Tabucchi. Siamo nel 1975, lo scrittore trentaduenne è all’esordio, porta addosso un clima linguistico dentro il quale sta cercando la propria voce; e sembra ancora cercarla quando, tre anni dopo, pubblica Il piccolo naviglio: «Ne sarebbero dovuti passare degli anni...
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