L’industria videoludica diffonde titoli sempre più belli, sorprendenti e attesi. Negli ultimi mesi abbiamo assistito all’arrivo di opere del calibro di Dead space, Resident Evil 4,The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e presto vedremo Street fighter 6 e Final Fantasy 16.Eppure, nessuno dei titoli citati, che sono venuti e verranno ha un elemento chiave nel Dna, quello che filosofeggiava il Drugo Lebowski nel capolavoro dei fratelli Cohen: il relax.
Dead island 2 arriva sui nostri scaffali 9 anni dopo che è stato presentato, non senza clamore, con un trailer fantastico al Gamescom. Era il 2014 e, man mano che il tempo passava, la sua storia aveva incisa a fuoco, un po’ come La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, la parola «cancellato». Anno dopo anno si sono susseguiti cambi di sviluppatori, da Techland agli Yager Development, poi ritardi, voci di corridoio che lo volevano tanto morto quanto in buona salute. In nessuna sala scommesse avrebbero dato per vittorioso Dead Island 2, «Morto all’alba!» come gridano i Demoni kandariani di Evil dead. Eppure Dead Island 2 è vivo ed è pure bello.

Da sempre la cifra stilistica della serie è l’approccio scanzonato al quale però si mischiano gli sventramenti feroci degli zombi e ovviamente la musica. Pensiamo all’hit che mai è sbarcata nel nostro mondo: Who Do You Voodoo, Bitch. A cantarla è Sam B, il rapper più stracazzuto di sempre, una melodia ipnotica che si ascolta spesso nel primo capitolo.

Got a zombie army and you can’t harm me/Who do you voodoo, bitch/ Drink blood like a vampire without warnin’/Who do you voodoo, bitch?/ Stand up!

È Still DRE del Dr. Dre, con il suo pianoforte azzardato: testi forti e melodia ipnotica, appunto voodoo. Dove lo trovi un altro gioco che ti piazza una canzone così splendida all’interno del suo mondo? Dead Island, malgrado il sequel/upgrade deludente Riptide, è sempre stato un mondo quasi tangibile, un ultraverso che vivi, che ti avvolge e che ti rende parte di un’apocalisse. È l’unico gioco che ti fa sentire ubriaco, con ancora le ciabatte da mare mentre fai le peggio cose agli zombi su uno scenario da cartolina. Dead Island è, come detto, relax, musica e sventramenti.
Poteva andare: dopo 9 anni il downgrade, non solo di aspettative, era alle porte. Basta pensare a Dying Light 2 lanciato come l’ultimo dei miserabili in una versione monca di tutto. Dead island 2 invece arriva sugli scaffali in splendida forma: grafica pazzesca, un mondo enorme da esplorare, non open world ma con molta libertà, e poi zombi diversi, vari, feroci, cattivi e adorabili nel loro essere grotteschi e sopra le righe.

20 ore di gioco, ma di più se vivi l’esperienza di Dead Island 2 con la calma di una vacanza, completando le missioni secondarie, perché è proprio nel momento del game over che capisci che si torna al lavoro, che la campana ha suonato, che le lezioni devono cominciare. Peccato.

Siamo davanti ad un titolo veloce, adrenalinico, con personaggi che ti riportano ai B movie che amavi tanto da ragazzino e che hanno fuso il tuo videoregistratore. Dead Island 2 è quel gioco che mancava, che effettivamente non avrebbe cambiato il tuo mondo, troppo povero di contenuti alti, ma che diventa una droga e, mentre tua moglie ti chiama per la cena e i tuoi bambini squittiscono, tu urli, come un adolescente, «Ancora 5 minuti!».

Poi ci sono i dettagli. Fermatevi a guardare uno dei tanti scenari che l’opera di Deep Silver ci permette di visitare, da Los Angeles a San Francisco, magari la Venice Beach di zombi palestrati e ragazze putrefatte in costumi alla Playboy. Guardate come il mondo si evolve davanti ai nostri occhi, i colori che riprendono le tonalità di un’estate che un tempo ospitava il rito iniziatico dello Spring break. Sedetevi, con le cuffie a tutto volume, ad ascoltare ancora Who Do You Voodoo, Bitch di Sam B, facendo attenzione allo zombi che sonnecchia sulla panchina. Che altro gioco vi dà questo? Che altro gioco vi regala una vacanza?