De Petris (Leu): «La bocciatura di Pietro Grasso un segnale a Fi»
Nomine e dintroni Intervista alla capogruppo al Senato che commenta l'inattesa bocciatura di Pietro Grasso (Leu) alla presidenza della Commissione giustizia
Nomine e dintroni Intervista alla capogruppo al Senato che commenta l'inattesa bocciatura di Pietro Grasso (Leu) alla presidenza della Commissione giustizia
Loredana De Petris, capogruppo di LeU e presidente del gruppo Misto al Senato tiene a freno a stento l’irritazione, dopo il colpo basso con cui è stata bocciata la presidenza di Piero Grasso alla Commissione Giustizia, l’unica assegnata negli accordi di maggioranza a LeU.
Presidente, come si spiega l’incidente occorso nella commissione Giustizia del Senato, la cui presidenza, nonostante gli accordi di maggioranza, non è stata assegnata a LeU?
Non credo che si sia trattato di una casualità e neppure considero una coincidenza che si trattasse della commissione Giustizia. Credo al contrario che si sia voluto inviare un segnale preciso ad alcune aree dell’opposizione e in particolare a Forza Italia.
La presidenza della Commissione Giustizia era l’unica assegnata a LeU, che è ora la sola forza di maggioranza senza presidenze di commissione. Ritiene che sia anche questo un segnale?
Evidentemente la nostra presenza in maggioranza inizia a essere considerata da qualcuno scomoda.
Lei ha dichiarato che non si tratta di risarcire LeU ma di dare risposte politiche, a partire dai dl Sicurezza…
Ne parliamo da mesi. Abbiamo fatto vertici e riunioni. A questo punto è ora di smettere di tergiversare. Quei dl vanno abrogati e del resto era questo l’impegno assunto quando abbiamo dato vita a questa maggioranza.
Lei ha chiesto anche di ritirare il dl Semplificazioni. Cosa c’è in particolare che non va in quel dl?
Ci sono alcune cose positive, ma anche quelle sono spesso scritte male e confuse. E ce ne sono molte negative. Soprattutto non è cambiata in nulla l’ispirazione di fondo rispetto al passato. Si continua a scommettere sulle offerte al ribasso e a credere che basti eliminare i controlli e le gare, anche a costo di violare le regole della concorrenza, per accelerare i tempi. L’esperienza dice che non è affatto così: basterebbe guardare agli esiti della legge Obiettivo Lunardi che ha fatto molto danno producendo in compenso pochissimo. In questo modo si abbassa la guardia nei confronti delle infiltrazioni criminali e si abbassano le soglie già bassissime della sicurezza sul lavoro ma non si accelera un bel niente. Per accelerare bisogna assumere personale qualificato e sfoltire le stazioni appaltanti, che sono addirittura 20mila. E bisogna decidersi a mettere ai primi posti la sicurezza sul lavoro.
Quali sono i punti specifici più critici?
La soglia alta degli appalti senza gara spalanca le porte alle infiltrazioni mafiose. L’intero art. 10 contrasta frontalmente con la legge in discussione sullo stop al consumo di suolo ed è una sorta di deregulation urbanistica. La stessa procedura di Via ipersemplificata rischia fortemente di esporci alla procedura d’infrazione europea. Ma la lista dei capitoli discutibili e a volte inaccettabili sarebbe lunghissima. Per non parlare del ricorso ai commissari straordinari che diventano la regola e non più l’eccezione per opere molto discutibili se non dannose.
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