Politica

De Magistris: «M5S scriva il programma con noi»

De Magistris: «M5S scriva il programma con noi»Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris

Elezioni amministrative Il sindaco di Napoli: «Propongo una collaborazione, non necessariamente un’allenza politica». «Napoli fa bene al paese, ma Renzi fa di tutto per ostacolarci. Bassolino? Responsabile dello sfascio»

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 29 gennaio 2016

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per adesso assiste alla campagna elettorale che porterà la città al voto il prossimo giugno. L’organizzazione della macchina, che dovrà sostenere il rush finale, è affidata all’associazione Dema e al fratello Claudio. Si punta sulle liste civiche, i partiti di sinistra («dovrebbero sostenermi compattamente – spiega -, vediamo se con una lista unica, è un percorso a cui stiamo lavorando»), e la componente moderata e cattolica, che si ispira al presidente del Consiglio comunale, Raimondo Pasquino, «che ha svolto un ruolo importante in questi anni di governo della città». Intanto ieri la giunta, su proposta del sindaco, ha conferito la cittadinanza onoraria al leader curdo Abdullah Ocalan.

Sindaco, con i 5S ci sarà competizione o dialogo?
C’è una convergenza su tante battaglie. Quando ero magistrato, Grillo e i meetup mi sostennero; il Movimento diede un contributo forte alla mia elezione nel 2009 al parlamento europeo. Ho l’auspicio di poter provare a scrivere con loro, elettorato e Movimento, il programma per il prossimo quinquennio, un programma il più possibile partecipato dal basso. Le formule possono essere varie, non per forza un’alleanza politica che i 5 Stelle non vogliono. Possiamo trovare una forma di unità, nelle differenze, delle forze di resistenza al sistema tradizionale. I 5S vanno forte nelle battaglie sui territori ma arrancano dove governano e a Quarto sono caduti proprio sul tema decisivo dell’impermeabilità ai clan. Io e la mia squadra rappresentiamo una certezza sul piano della questione morale. Anche su Matteo Renzi abbiamo posizioni simili. Sarebbe auspicabile che facessero una riflessione.

Il Pd è impegnato nelle primarie: Bassolino dovrebbe sfidare l’ex pupilla Valeria Valente.
Nel 2011 ci furono primarie opache, si parlò di brogli, la politica annaspava, mi candidai in risposta a tutto questo. Oggi abbiamo Antonio Bassolino, che ha governato per 20 anni, principale responsabile dello sfascio di Napoli e della Campania dai rifiuti ai trasporti, alla sanità. Nel 2011 il Pd disse che la sconfitta era un’opportunità per rigenerare il partito. Lo sforzo per cercare qualcos’altro, secondo le ultime notizie, avrebbe prodotto Valente: ex assessore nell’ultima giunta Iervolino, giunta fallimentare responsabile di un miliardo e mezzo di debiti, 850 milioni di disavanzo. I napoletani stanno pagando le conseguenze di quel Pd che si presenta ancora: era più innovativo cinque anni fa con Mario Morcone. L’altro competitor, Gianni Lettieri, nel 2011 si fece raccomandare da Nicola Cosentino per chiudere l’accordo con Berlusconi. Oggi dice di essere un candidato civico, ma da Berlusconi si è fatto accompagnare da Domenico De Siano, inquisito per appalti e politica insieme a Luigi Cesaro.

L’amministrazione viene criticata per l’isolamento rispetto al governo.
Sono un uomo delle istituzioni ma rimarco le distanze di fronte ad atti contrari all’interesse pubblico, Napoli è autonoma non isolata. A Bagnoli è in corso un’occupazione espropriativa dei poteri costituzionalmente previsti e per questo abbiamo fatto ricorso contro lo Sblocca Italia. Abbiamo subito lo spostamento di forze dell’ordine prese dal Sud all’Expo, mentre per gli omicidi di camorra non c’è stata una sensibilità adeguata del ministero dell’Interno. Renzi non conosce il Sud né Napoli però fa propaganda: bonifico io Bagnoli, racconta, ma non dice che nel 2014 ha firmato un protocollo e poi lo ha disatteso. Adesso dice che ha portato Apple in città ma se accadrà, e vedremo poi come, è perché Napoli è un punto di riferimento internazionale, nonostante Renzi avesse detto al ceo Tim Cook che sopra Roma c’erano le condizioni migliori per investire. Napoli negli ultimi tre anni ha avuto la maggiore crescita in Italia per il turismo, investimenti privati di qualità, la popolazione più giovane e facoltà universitarie all’altezza.

Renzi però sembra molto attivo su Napoli.
Ho ereditato un comune sostanzialmente fallito, ci hanno strangolato con il piano di riequilibrio ma abbiamo salvato i posti di lavoro, assunto le maestre, da giugno ci libereremo di Equitalia puntando all’autosufficienza finanziaria con Napoli Riscossione, abbiamo salvato i servizi e tenuto l’acqua pubblica con l’azienda speciale. Abbiamo mantenuto le mani pulite quando a Roma, Venezia Milano, Firenze imperversavano le inchieste. Napoli fa bene al paese ma Renzi fa di tutto per ostacolarci. Dei Fondi perequativi, i tagli maggiori sono stati a Napoli: meno 184.822.356 euro di trasferimenti dallo stato rispetto al 2011; nei provvedimenti finanziari milioni cash a Milano e Roma e zero a Napoli. Ci mettono sotto assedio ma siamo storicamente abituati a resistere.

Una recente delibera riconosce l’esperienza dell’occupazione dell’ex Asilo Filangieri, inserito nei luoghi della cultura destinati alla fruizione collettiva.
Se i cittadini si riappropriano di aree res derelictae o res nullius, esercitano processi di liberazione dal degrado. Il sindaco a Napoli non è promotore di sgomberi, rispetta l’autonomia di queste esperienze. La delibera vale per tutti, regolamenta l’uso civico, le autogestioni, le proprietà collettive democratiche, i protagonisti sono gli autori di queste esperienze insieme al comune. Napoli è un laboratorio politico. Durante gli incontri al Viminale, i miei colleghi volevano più poteri per la potestà di sgombero, per vietare le manifestazioni. Io credo che un sindaco deve essere un mediatore sociale, che promuove energie positive in agorà di prossimità.

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