De Luca jr inciampa nelle ecoballe
Politica e affari in Campania Roberto, figlio minore del presidente della regione e assessore a Salerno, indagato e perquisito nell'ambito di un'inchiesta su un appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Gli inquirenti sospettano il pagamento di tangenti. Nel video pubblicato da Fanpage l'incontro con un boss di camorra pentito e utilizzato come agente provocatore
Politica e affari in Campania Roberto, figlio minore del presidente della regione e assessore a Salerno, indagato e perquisito nell'ambito di un'inchiesta su un appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Gli inquirenti sospettano il pagamento di tangenti. Nel video pubblicato da Fanpage l'incontro con un boss di camorra pentito e utilizzato come agente provocatore
Giovedì notte agenti dello Sco si sono presentati a casa e nelle studio di commercialista di Roberto De Luca, figlio minore del governatore campano e assessore al Bilancio a Salerno. È indagato per corruzione: l’indagine della procura di Napoli riguarda il finanziamento illecito dei partiti e lo smaltimento illecito di rifiuti. La stessa inchiesta ha coinvolto il consigliere regionale e candidato alle politiche di FdI Luciano Passariello e la Sma, la società in house della regione che si occupa di ambiente.
Le indagini della procura si intrecciano con l’inchiesta giornalistica Bloody money del sito Fanpage: un ex broker della camorra nel settore rifiuti, Nunzio Perrella, è stato utilizzato dalla redazione come «agente provocatore». È stato lui a incontrare un consulente del lavoro che ha fatto da intermediario con De Luca jr per l’affare: l’aggiudicazione di un appalto per lo smaltimento delle ecoballe in cambio, sembrerebbe, di una tangente del 15%. In totale sarebbero 17 gli indagati in Campania, incluso il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, e il giornalista Sascha Biazzo, accusati di induzione alla corruzione. Giovedì la Dda ha fatto perquisire la redazione per nove ore. Piccinini spiega: «A dicembre abbiamo informato la procura di cosa stavamo facendo consegnando il girato. Mercoledì abbiamo comunicato che avremmo pubblicato la prima puntata e nessuno ci ha detto nulla. Poi giovedì il sequestro dei video. Ora scatterà anche un procedimento per violazione del segreto d’ufficio per aver pubblicato l’inchiesta».
LE ECOBALLE
Angri, provincia di Salerno. Roberto De Luca apre la porta dello studio di un suo amico commercialista, Francesco Colletta, per far entrare Perrella: «Ma voi fate solo ecoballe o tutto?» chiede. Non ha alcun titolo per discutere di una materia che compete alla regione, dove il padre è governatore, eppure è lui l’uomo a cui l’agente provocatore viene indirizzato. Secondo quanto trapela, De Luca jr sa chi ha davanti, uno dei primi pentiti di camorra in tema rifiuti. Perrella lo rassicura: «Facciamo tutto» e De Luca replica «poi vi mandiamo un tecnico della regione Campania».
Il commento a caldo del governatore è ironico:«Pensate alle giovani generazioni e non vi preoccupate delle effervescenze». Poi nel pomeriggio attacca: «Abbiamo assistito a sceneggiature impensabili, camorristi assoldati per operazioni di intelligence. Mi ricorda il clima di due anni fa, quando venne fuori la lista degli impresentabili e io avevo un ruolo d’onore. Misuriamo le parole per non fare brutte figure domani». E il figlio Piero esprime «piena fiducia nel lavoro dei pm».
L’AGENTE PROVOCATORE
Sono sette i video montati da Fanpage e non riguardano solo la Campania, ma anche il traffico di immigrati. «Abbiamo avuto a che fare con camorristi – ha raccontato Piccinini – che ci hanno spiegato come tuttora si sversano illegalmente i rifiuti, 30mila euro a camion, nei terreni, nelle fogne, nei Regi Lagni». E ancora: «Ci serviva un modo per hackerare il sistema, ci siamo affidati a Perrella e abbiamo diffuso la notizie di un suo ritorno nel giro. Dopo un mese siamo stati contattati da un imprenditore». Il primo video messo on line ieri mattina riguarda l’incontro tra Perrella, Agostino Chiatto (segretario di Passariello e dipendente Sma) e il consigliere delegato di Sma, Lorenzo Di Domenico.
L’AFFARE DEI FANGHI
Il 25 ottobre 2017 c’è un incontro a Roma tra Perrella e l’imprenditore, è lui a fare il nome di Passariello «che ha gestito la situazione della Sma. Un lavoro da sei milioni di euro. Bisogna fare i piaceri ai politici». L’incontro successivo avviene nell’ufficio di Di Domenico. Si parla di fanghi dei depuratori campani: «Dieci camionate al giorno, il capitolato lo facciamo noi e regione Campania. Usiamo la somma urgenza». Si parla del prezzo, «dobbiamo saziarci tutti» dice Di Lorenzo che spiega: «Io ho: regione Campania, la procura e un custode giudiziario che mi stanno…devo avere la certezza di risolvere». «Soldi?» chiede Perrella, «martedì ho appuntamento con il direttore generale dell’Ambiente, con la Procura praticamente e devo portare una soluzione» replica Di Lorenzo. Due giorni dopo Perrella viene ricontattato da Chiatto: in un bar il 5 gennaio il segretario mostra un foglietto su cui ci sono le percentuali delle tangenti per politici e dirigenti Sma. Il budget è 175 euro a tonnellata, si tratta di smaltire 6mila tonnellate al mese: «L’amministratore della Sma l’abbiamo nominato noi. Il 23% per noi, più 5% perché così non abbiamo problemi con un dirigente della regione, ai politici vanno 170mila euro al mese». E conclude: «Passariello dobbiamo tenerlo fuori. Si candida alla Camera, serve una spinta per dargli una mano».
LA PROCURA
Ieri Di Lorenzo si è difeso con una nota: «Nel video discuto con un presunto imprenditore presentatosi come Paolo Varotto. Gli impianti di depurazione sono in emergenza, molti imprenditori hanno cercato di contattarmi per risolvere l’emergenza. Varotto asserisce che ’se mi servisse qualcosa lui provvederebbe’ io rispondo ’grazie ma non mi serve nulla e non c’è niente da pagare’. Il signor Varotto, addirittura, mi propone serate hard. Peccato che proprio questa parte sia stata tagliata ad arte».
La nota non basta: stamattina la regione lo rimuoverà. Chiatto si immola per tutti: «Ho parlato a titolo personale: Passariello è del tutto estraneo». I 5 Stelle in regione però sottolineano: «Abbiamo più volte sollevato sospetti su Passariello, presidente della Commissione sulle Partecipate, tra cui la Sma, che ha ottenuto tre proroghe ai lavori, senza produrre nulla, con l’avallo dalla maggioranza». Ci sarebbe cioè una gestione bipartisan della regione a guida De Luca, in cui viene lasciata mano libera al centrodestra.
Al centro dell’indagine della procura i presunti accordi per girare gli appalti della Sma a una cordata di imprenditori tra i quali Giovanni Caruson, uomo del clan Cimmino. Nella partita anche il clan dei Casalesi sponda Bidognetti. Passariello avrebbe avuto una grossa influenza sulla Sma. Intercettato, Caruson afferma: «Aiutandolo oggi potremmo propiziarci la futura riconoscenza»
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