Ddl Sicurezza, la destra strumentalizza i cortei
Le reazioni «Inaccettabili scene di violenza e caos a opera dei soliti facinorosi», dice Palazzo Chigi. Schlein: «Speculazioni»
Le reazioni «Inaccettabili scene di violenza e caos a opera dei soliti facinorosi», dice Palazzo Chigi. Schlein: «Speculazioni»
«È stato celebrato il No Meloni day all’insegna dell’aggressione alle forze dell’ordine, quando approveremo definitivamente il Ddl sicurezza festeggeremo il Meloni day». La dichiarazione del sottosegretario alla giustizia Delmastro, in mezzo alle tante degli esponenti di destra, è esemplare per la sua chiarezza.
Come si è visto sabato scorso a Bologna, quando dalle ricostruzioni ufficiali è scomparsa la provocazione di Casapound, governo e maggioranza hanno deciso di calvalcare ogni protesta giovanile in funzione dell’approvazione del Ddl sicurezza. E il copione è stato declinato allo stesso modo anche per lo sciopero degli studenti di ieri. Il via libera lo ha dato Meloni che sui social ha parlato di «inaccettabili scene di violenza e caos a opera dei soliti facinorosi».
«Spero che certa politica smetta di proteggere queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni», ha detto la premier, concetto poi ripreso dal resto degli esponenti della destra di governo, come il ministro dell’Interno Piantedosi, ma con diverse declinazioni: c’è chi accusa il centrosinistra di complicità con «i violenti», chi Landini per le sue parole sulla rivolta sociale di qualche giorno fa. E poi i soliti epiteti riservati a chi dissente: «frange estremiste», «criminali stupidi», «violenza comunista», «replicanti degli estremisti degli anni 70», e le ricostruzioni fantasiose. Come quella del senatore di FdI, Speranzon che descrive la «furia cieca di orde di vigliacchi con il passamontagna» mentre il presidente del Senato, La Russa ha visto, oltre all’episodio di Torino, anche “atti intimidatori a Roma, Bologna e Milano».
Anche Edmondo Cirielli, della direzione nazionale Fd’I, descrive una “guerriglia urbana delinquenziale contro il governo Meloni da parte di sedicenti studenti che hanno fatto cose ignobili come assaltare negozi, urlare slogan che vergognosamente richiamavano quelli delle Brigate Rosse, bruciare fantocci». Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Ciriani, sostiene di aver visto «ragazzi fare il segno della P38» e dunque, conclude, è «evidente che i pericoli per la tenuta democratica vengono dall’estremismo di sinistra».
Salvini si affretta a rivendicare l’espressione usata per Bologna: «ecco perché definisco i facinorosi comunisti zecche rosse». Quanto a Valditara e Bernini, oggetto degli slogan degli studenti, si limitano a richiedere e incassare la solidarietà.
Per la ministra dell’Università quanto avvenuto ieri costituisce «l’apice di un clima di odio che andava stroncato subito». Il ministro all’Istruzione (e merito), invece, prima che ricevesse la notizia degli incidenti a Torino, aveva insolitamente dimostrato di aver capito i motivi della protesta: «qualcuno insanguina le immagini mie con una vernice rossa perché noi saremmo i sostenitori dell’alternanza scuola-lavoro, dello sfruttamento e della dipendenza dalla scuola dall’impresa». In serata è arrivata la replica indiretta della segretaria del Pd a Meloni: “La violenza è intollerabile, così come la strumentalizzazione politica della violenza».
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