Politica

Ddl Cirinnà in aula al Senato il 26 gennaio

Unioni civili Il parlamento europeo: "Si ai matrimoni gay"

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 18 dicembre 2015

Il Senato riprenderà a discutere di unioni civili il prossimo 26 gennaio. A stabilirlo è stata ieri la riunione dei capigruppo. «Mi auguro che si possa giungere a una rapida approvazione, con un dibattito approfondito ma privo di strumentalizzazioni e pulsioni ostruzionistiche», ha detto la relatrice del testo, la deputata dem Monica Cirinnà. «E’ importante il rispetto delle diverse posizioni, ha proseguito – ma è altrettanto importante che si giunga finalmente all’approvazione di una legge che l’Italia attende da troppo tempo».
Per rendere più veloce l’iter della ddl, da settimane è all’opera un gruppo di lavoro formato da senatori e deputati del Pd con lo scopo di armonizzare eventuali emendamenti al testo, rendendone così più rapido e semplice l’esame una volta che sarà arrivato alla Camera.
Intanto dal parlamento europeo è arrivata una nuova sollecitazione a quegli stati membri che ancora ne sono sprovvisti, tra cui l’Italia, ad approvare una legge in grado di garantire eguaglianza di diritti tra coppie etero e omosessuali. L’occasione è stata la discussione dell’annuale rapporto sulla democrazia nel mondo messo a punto dal popolare rumeno Cristian Preda in cui, tra gli altri argomenti, si esprime un parere ffavorevole alle nozze gay. «Il Parlamento europeo ritiene che l’Ue dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti), in linea con gli orientamenti dell’Ue sul tema – è scritto -. Si rammarica che 75 Paesi criminalizzino ancora l’omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte…; è preoccupato per le restrizioni alle libertà fondamentali dei difensori dei diritti umani delle persone Lgbti, e invita l’Ue ad aumentare il proprio sostegno nei loro confronti; constata che i diritti delle persone Lgbti sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio». Il rapporto esprime infine un parere contrario alla maternità surrogata, ritenuta compromettente per la dignità umana della donna perché mercificherebbe il suo corpo e le sue funzioni riproduttive.

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