David Sylvian, malinconici chiaroscuri
Note sparse Ristampati in vinile 180 grammi alcuni classici dell’ex voce dei Japan, a partire da «Brilliant Trees». Un album registrato insieme a giganti del jazz e dell’avanguardia: Wheeler, Czukay, Hassell
Note sparse Ristampati in vinile 180 grammi alcuni classici dell’ex voce dei Japan, a partire da «Brilliant Trees». Un album registrato insieme a giganti del jazz e dell’avanguardia: Wheeler, Czukay, Hassell
I londinesi Japan si sciolgono nel 1983, proprio sulla via del grande successo. Sembra naturale che tra i quattro dotatissimi componenti principali sia il cantante David Sylvian il primo a mettersi in evidenza come solista. Ma la via è in realtà tortuosa: Sylvian è incerto, guarda al jazz e all’avanguardia più che al pop elettronico di cui i Japan sono stati antesignani nella sua declinazione romantica e al tempo stesso nella sua componente di ricerca e ibridazione. I singoli dell’82-’83 con Ryuichi Sakamoto, il minimale Bamboo Houses e la celebre ballata omoerotica Forbidden Colours, inclusa nella colonna sonora del film «Furyo», ispirano strade nuove. Il musicista giapponese affianca Sylvian anche nella realizzazione dell’lp di esordio Brilliant Trees, insieme a una pletora di giganti del jazz e dell’avanguardia, da Kenny Wheeler a Holger Czukay a Jon Hassell.
L’ALBUM è una sorta di manuale delle influenze jazz-ambient del cantante, elegantemente sparse in continui chiaroscuri e brandelli di armonie sublimi. L’ambient selvaggio di Hassell, in particolare, farà la parte del leone in due dei tre pezzi di un secondo lato, ove viene trascesa la forma canzone. Sylvian consolida il credito ottenuto con il disco elaborando tracce di avant-ambient etnico per una colonna sonora, e tribalistico per l’ep Words With The Shaman, guidato ancora dalla tromba di di Hassell: detti brani saranno raccolti in seguito in Alchemy: An Index Of Possibilities.
NONOSTANTE l’ormai consueta adunanza di ospiti di eccezione, con il doppio Gone To Earth l’artista cerca di elaborare un prodotto che sia il più personale possibile. Nelle sette canzoni presenti nel primo lp si respira un’atmosfera di austerità alla John Cale o alla Nick Drake, mentre le influenze, di jazz, soul e avanguardia sopra le altre, vengono rese implicite. Lo splendore del primo supporto è purtroppo controbilanciato dall’inconsistenza del secondo. L’insuccesso dell’album aggrava la situazione economica già precaria di Sylvian, mentre gruppi che si ispirano ai Japan, quali Talk Talk e Scritti Politti, giungono all’apice della fortuna commerciale.
DIPENDENTE da cocaina e insicuro della sua voce, l’artista attraversa un momento di forte depressione da cui uscirà con l’aiuto di varie collaborazioni, su tutte quelle con l’ex bassista dei Japan Mick Karn oltre ai due mezzi capolavori di ambient aleatorio realizzati con Czukay. È infine il bellissimo Secrets Of The Beehive a concludere simbolicamente il decennio di Sylvian: se le liriche raggiungono il loro vertice poetico, l’album, realizzato in soli due mesi e mezzo, riluce nella sua natura meravigliosamente cangiante, in un accendersi e spegnersi di suggestioni perlopiù acustiche, anche jazz e flamenco, sapientemente bagnate dagli arrangiamenti orchestrali di Sakamoto. Sono da poco uscite per la Virgin le versioni in vinile 180 gr. di Brilliant Trees, Alchemy: An Index Of Possibilities, Gone To Earth e Secrets Of The Beehive.
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