Le parole su Dante del Ministro della cultura alla kermesse milanese di Fratelli d’Italia del 15 gennaio vanno prese sul serio. E non certo per difendere quel poco di alfabetismo letterario che vorremmo diffuso in una società ad alta complessità come la nostra. Vanno lette con attenzione perché esprimono, seppure rozzamente, una volontà di rivalsa “culturale” che bolle sotto la pentola del governo Meloni, e di cui Sangiuliano tenta di farsi portavoce.  Certo, le sue dichiarazioni sono il capitolo più recente di una lunga storia di appropriazione di Dante da parte della cultura reazionaria. La storia dei centenari danteschi, in questo senso, è significativa. L’onda...