Visioni

Daniele Silvestri: «Il mio argentovivo è la pura creatività»

Daniele Silvestri: «Il mio argentovivo è la pura creatività»Daniele Silvestri

Sanremo 69 L’artista romano a Sanremo con Rancore: «La canzone dà voce ai sedicenni ma in realtà parla a quelli della mia età». Nella serata dei duetti sale sul palco dell'Ariston anche Manuel Agnelli

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 8 febbraio 2019

«La canzone dà voce ai sedicenni ma in realtà parla a quelli della mia età. Si rivolge ai genitori che si trovano spiazzati di fronte al potenziale vuoto cosmico in cui i loro figli rischiano di sprofondare. Ed è un delitto vedere quella fiamma, quell’Argentovivo che è il titolo alla canzone, spegnersi. È un crimine». Daniele Silvestri ha centrato l’obiettivo. La sua è una canzone intensa, profonda, che parla d’amore senza pronunciarne la parola.

NON È BANALITÀ affermare che è quello per i figli l’amore che più rimette in gioco i significati della propria esistenza. Il duo con Rancore non è autobiografico (Sivestri ha tre figli di cui due adolescenti e il terzo che si aggira intorno ai quattro anni), anche se le difficoltà di quel periodo maledetto e borderline che è l’adolescenza sfiora anche lui: «Non avevo molti dubbi, da giovane, su ciò che sarei riuscito a trasmettere ai miei figli. Quelli che potremmo chiamare valori: una parola che suona un po’ brutta ma che ha un senso. Invece niente è scontato. Nella vita, la medicina migliore sono le passioni e gli interessi. Quando ti svegli con quella voglia dentro di fare… Questo è il mio personale ’argentovivo’: la creatività. Non solo quella collegata al registrare canzoni o comporre note. Creatività è inventarsi la giornata che stai per vivere. Prendere la macchina perché hai deciso di andare da qualche parte. Le persone come me, che hanno una dimensione di vita che glielo permette, non solo possono ma devono cercare di attuare questo processo ogni giorno». Nell’economia di una vita famigliare ci sono gli amici, lo sport e, ovviamente, l’I Pad.

LA TECNOLOGIA è uno dei punti che più creano in Silvestri il timore di questo buco nero che pare spalancarsi sotto i piedi dei giovani: «Il mondo è estremamente cambiato e questo è avvenuto in modo tanto veloce quanto affascinante. L’evoluzione tecnologica è arrivata senza che ci venissero fornite delle istruzioni. Non si torna indietro. Di questa tendenza all’alienazione ne stiamo pagando il prezzo. Non è moralismo però bisogna trovare delle regole, magari, che tengano viva, senza demonizzare nulla, quella fiamma interiore che i giovani meritano di avere accesa». L’adolescenza non sarebbe tale se non fosse perennemente sull’orlo del precipizio. Francamente fanno più paura i ragazzini già incanalati nel buonismo piuttosto che quelli, più naturalmente allineati con la loro età, che incazzati insultano genitori e insegnanti. Non partì forse da loro il movimento del 68?

PLANANDO sulla dolorosa realtà tale per cui poi, gli stessi, hanno rovinato il mondo per davvero… una differenza c’è: «La distanza tra genitori e figli e insegnanti è fisiologica. Gli impulsi della generazione del 68 erano costruttivi e caratterizzati da una grande consapevolezza di sé. Le distanze di oggi sembrano ridotte all’osso. Siamo vicini ma lontanissimi. È tutto molto più subdolo». Silvestri – che stasera nella giornata dei duetti ospita Manuel Agnelli – ha annunciato ieri l’uscita per il prossimo 3 maggio del nuovo album Scusate se non piango.

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