Visioni

Danae Festival tra passato e presente

Danae Festival tra passato e presenteSimona Bertozzi e Marta Ciappina in "Quel che resta" – foto di Luca Del Pia

Eventi Si chiude questo weekend il progetto milanese del Teatro delle Moire diretto da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 6 novembre 2022

Si chiude questo weekend l’edizione 2022 di Danae Festival, progetto milanese del Teatro delle Moire diretto da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani. In un cartellone che ha spaziato come è nel suo dna (nel 2023 il festival compirà 25 anni) tra teatro, danza, performance e suono, ad aprire il festival al teatro Out Off è stata la coreografa e danzatrice polacca Ola Maciejewska con Loïe Fuller: Research, un lavoro che riflette sulla cangiante possibilità di affondare lo sguardo nel passato per trarne stimoli per il presente. Maciejewska riattualizza la famosa Danza serpentina con cui l’americana Fuller spopolò tra fine Ottocento e inizio Novecento aprendo una riflessione scenica sulla relazione tra il danzatore/autore, gli oggetti, il costume della performance, il contesto. Un’indagine giocata sulla precisione e l’effetto di quanto ciò che è esterno al corpo, nei suoi materiali, nella sua densità, influenzi il movimento e il corpo stesso, rendendo possibili infinite mutazioni. Tra i molti titoli in programma al festival una menzione speciale va a Forme dell’amicizia di e con Virgilio Sieni e Alessandro Certini. Da quel loro Duetto del 1989 è passato davvero tanto tempo, trent’anni di vita, creazioni, progetti indipendenti, ognuno dei due ha la sua storia nell’arte e nella danza contemporanea italiana, eppure guardandoli di nuovo insieme a vibrare con divertita vitalità è la sensazione di un dialogo che ha innegabile immediatezza di respiro. Mai titolo, infatti, più azzeccato di Forme dell’amicizia: è evidente che l’incontro tra Certini e Sieni verte su quel riconoscersi all’istante che appartiene alle amicizie di lunga data e che, nel loro caso, si traduce in un trasmigrare dall’uno all’altro di decisioni nello spazio, nella dinamica, nella tessitura di un movimento rigoroso nella forma quanto specchio di calda umanità. A sostenere questo taglio anche i video di Federico Bucalossi che ampliano la profondità dello spazio teatrale prolungando verso dietro il rettangolo scenico. Lì, tra linee, semicerchi, aste bianche e sedie, Sieni e Certini si moltiplicano virtualmente, in una continua e ben orchestrata trasparenza e rimessa a fuoco dei corpi in un gioco che è anche rivelatore delle personalità dei due amici. Lo danzano una volta l’anno e per il ’22 hanno scelto Danae.

Ad aprire il festival al teatro Out Off è stata la coreografa e danzatrice polacca Ola Maciejewska con Loïe Fuller: Research

AL FESTIVAL ospite anche Simona Bertozzi, danzatrice e coreografa la cui scrittura è una mistura di luce, esplorazione della fragilità, chiarezza del disegno. Il suo duo, Quel che resta, la vede in scena insieme a Marta Ciappina. Il titolo questa volta trasporta l’attenzione su quella scia di immagini che la friabilità della danza, la sua eterna connotazione effimera, lascia negli occhi e nella mente dello spettatore (e siamo certi anche di interpreti e autori) a lavoro finito. Le due danzatrici, una autrice, Simona, l’altra, Marta, interprete tutto fuorché intercambiabile, rendono vivo un percorso di risonanze, di gesti e di passi che tornano più volte nel pezzo, riconoscibili ma mai identici. L’incontro con lo spazio è anche un riflettersi nel paesaggio sonoro, curato da Roberto Passuti, che accompagna la danza: si apre a curiose descrizioni delle strategie di sopravvivenza di specie animali (dal documentario Big Animals Survival Strategies), a ritornelli o rimandi a canzoni famose, da Pensiero stupendo a Let’s dance a un piccolo inno a Chopin, per chiudersi con Stravinskij. Quel che resta? Un moto che ha la bellezza di far sentire nel frequente unisono dei corpi la differenza dell’individuo. Quel percorrere insieme l’avventura di un’ora, unite eppure vive in chi si è singolarmente, aperte a ciò che può accadere nel darsi appuntamento dentro una scrittura.  

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento