Economia

Damiano: «Gentiloni è un leader perché cerca il dialogo, troverà i soldi per le pensioni»

Damiano: «Gentiloni è un leader perché cerca il dialogo, troverà i soldi per le pensioni»Il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano

Intervista La proposta di Morando per i neoassunti va modificata: meno sgravi alle imprese subito e siano più strutturali. Sull’aspettativa di vita i demografi confutano Boeri

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 30 agosto 2017

Cesare Damiano, cosa si aspetta dal tavolo governo-sindacati?
Mi aspetto che il governo dia attuazione al verbale sottoscritto l’anno scorso con Cgil, Cisl e Uil. La prima parte sta entrando in funzione con gli interventi per l’uscita flessibile dal lavoro; adesso si tratta di dare attuazione alla cosiddetta «Fase due» che prevedeva la pensione di garanzia per i giovani al fine di ottenere un risultato pensionistico dignitoso a lavoratori con carriere discontinue e bassi salari.

In realtà il viceministro all’Economia Enrico Morando ha già chiuso la porta della prossima legge di bilancio sostenendo che le risorse servono per il taglio del cuneo per le assunzioni dei giovani e che per le pensioni è già stato speso molto l’anno scorso…
Si continua a mettere in contrapposizione il tema del lavoro per i giovani a quello delle pensioni delle pensioni. E’ un errore perché i due contenuti sono complementari e a nessuno può sfuggire il fatto che anticipare l’uscita dei lavoratori più anziani favorisce l’entrata di quelli giovani, almeno in quota parte.

Tornando alla proposta Morando sul taglio del cuneo per i neoassunti lei è d’accordo? Il capogruppo Mdp al Senato Maria Cecilia Guerra sostiene che neanche al tempo del governo Prodi (di cui lei era ministro) il taglio del cuneo ha avuto grandi effetti sull’occupazione...
Il taglio del cuneo fiscale del governo Prodi era rivolto all’intera platea e non solo ai neoassunti e per questo ebbe un buon effetto sulle assunzioni a tempo indeterminato. Del resto lo abbiamo visto anche col Jobs act: finché gli incentivi alle imprese sono stati alti, le assunzioni a tutele crescenti sono arrivate; da quando sono stati dimezzati e poi scomparsi, gli effetti si sono quasi annullati. Per questo credo che la proposta di Morando vada meglio calibrata con una curva più armonica degli incentivi: il 50 per cento per soli tre anni che poi si traduce in un taglio strutturale che scende bruscamente al 4 per cento è sbagliato. Meglio ridurre la quota di taglio iniziale e alzare quella strutturale.

Lei in questi giorni si è detto ottimista sul fatto che il tema pensioni abbia fatto breccia dentro il governo…
L’iniziale ostilità credo sia stata superata. Spero che si capisca che i due temi devono andare a braccetto.

Si parla invece di innalzare le pensioni più basse di 40 euro al mese…
Non mi risulta. Io preferirei prima risolvere il problema del riconoscimento del lavoro di cura per le donne e dell’Ape sociale che ha avuto molte più domande del previsto.

In realtà molte rischiano di essere respinte: come per le salvaguardie degli esodati i paletti messi sono stretti…
Un conto sono le domande bocciate perché presentate da chi non aveva i requisiti. Un altro sono quelle che rischiano di essere bloccate perché oltrepassano il plafond di risorse previste: per queste ultime il governo deve stanziare risorse aggiuntive.

Lei parla di allargare l’Ape social perché sa già che il blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile proposto da lei e Sacconi costa troppo e non sarà approvato?
No, io confuto le tesi di pura fantasia e provocatorie di Boeri: noi non abbiamo mai chiesto il blocco dell’adeguamento, ma il congelamento o il rallentamento dello scatto del 2019. Anche perché i demografi iniziano a confutare l’idea che l’aspettativa di vita aumenterà costantemente: già nel 2015 è scesa e così sarà nel 2017 a causa anche dei tagli alla sanità pubblica. Per questo motivo io dico: aspettiamo i dati dell’Istat ad ottobre e poi valutiamo.

Tanto la Fornero prevede che i 67 anni arriveranno comunque nel 2021…
Appunto, un congelamento va preso in considerazione.

Il clima di maggior dialogo sociale è merito di Gentiloni?
Se il governo Renzi si è caratterizzato per l’attacco alla concertazione con le parti sociali ma poi è stato costretto lo scorso settembre al confronto, Gentiloni ha dimostrato più attenzione al dialogo e a tenere unito il Paese. E’ un leader che sta crescendo.

Ma Gentiloni è anche quello che ha reintrodotto i voucher senza discutere con nessuno…
Avevo una proposta alternativa. In quell’occasione ha sbagliato, ma credo ne farà tesoro per il futuro.

Lo vedrebbe bene a palazzo Chigi anche dopo le elezioni?
Perché mo? Io dico che abbiamo bisogno di un presidente del Consiglio che tenga assieme il Paese, non di un leader solo al comando.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento