Internazionale

Damasco ai tempi della guerra: i siriani si raccontano alla radio

Damasco ai tempi della guerra: i siriani si raccontano alla radioGli attori di Hay El-Matar nello studio di registrazione

Soap opera Su Hay El-Matar le storie di miliziani, soldati e rifugiati. Partendo dagli ingredienti di una classica soap, si toccano questioni calde: il settarismo, la radicalizzazione, la diffusione delle armi tra i giovani, il reclutamento nelle milizie, lo sfollamento, l’emigrazione

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 15 settembre 2016

Hay El-Matar (distretto dell’aeroporto), alla periferia di Damasco, è un luogo inventato, come lo sono i suoi abitanti, le cui vicende quotidiane sono raccontate nell’omonimo radiodramma che dal 5 settembre è trasmesso dalla Bbc Radio Arabic.

Scritta e interpretata da siriani per siriani, questa fiction radiofonica prodotta in Libano dalla Bbc Media Action con la casa di produzione Batoota Films e il finanziamento dell’Unione europea, ha l’obiettivo di stimolare una riflessione «su che cosa significa essere siriano in questo momento», ci spiega Maurice Aaek, Content manager e Senior Trainer di Bbc Action Media, arrivato in Libano dalla Siria due anni fa.

«Hay El-Matar è pensato come uno spazio comune dove le storie quotidiane degli abitanti, gli amori, le speranze, le invidie, i tradimenti, i progetti, i disaccordi, s’intrecciano con la realtà della guerra, che inevitabilmente li condiziona, e possono diventare uno stimolo alla discussione pubblica dei temi con cui oggi i siriani si confrontano ogni giorno. Partendo dagli ingredienti di una classica soap opera, si toccano questioni calde e specifiche, come il settarismo, la radicalizzazione, la diffusione delle armi tra i giovani, il reclutamento nelle milizie, lo sfollamento, l’emigrazione che ormai riguarda tutte le famiglie siriane. I temi che emergono dall’interazione dei personaggi nella comunità che abita questo sobborgo, però, non sono legati esclusivamente alla guerra. Si affrontano anche altre questioni, la violenza di genere, quella domestica, la corruzione. Tutti questi temi sono poi approfonditi in un talk show che va in onda il sabato».

Non esiste un sobborgo chiamato El-Matar a Damasco, ma ne esistono in altre città siriane, a Daraa e ad Hasaka, e per gli autori questo nome descrive uno dei dilemmi che assilla i siriani in Siria oggi: restare o andare via. L’ambientazione è ispirata a questi tipici sobborghi in cui vive la classe media, misti dal punto di vista religioso e approdo di tanti sfollati. Rispecchia una realtà diffusa in Siria e il fatto che sia vicino a Damasco, meno toccata dalla guerra, dipende dalla scelta di voler evitare che il conflitto diventi preponderante nel racconto.

Tra i protagonisti di questa soap opera radiofonica, dai temi importanti ma dai toni leggeri, che va in onda tre volte a settimana per un totale di 150 puntate, ci sono una giovane coppia che pensa di intraprendere il viaggio verso l’Europa, una decisione che innesca discussioni e scontri; una donna determinata che gestisce un ristorante e si oppone alle pressioni del marito per farle chiudere l’attività; un tassista che fa la spola tra Damasco e Beirut; un militare in servizio in un check point; un giovane che pensa di arruolarsi in una milizia; una famiglia di sfollati; due giovani che vivono un amore contrastato. C’è lo spaccato di una comunità che si confronta con la guerra, lo sfollamento, l’incertezza, ma continua a pensare al futuro, a innamorarsi, a divertirsi, a litigare.

Questo spazio comune s’inserisce in un altro spazio comune, la fiction: «In Siria e in altri paesi dell’area il mese del Ramadan è la stagione del lancio delle nuove serie – continua Aaek – Oggi nel paese la divisione tra sostenitori e oppositori del governo si manifesta anche nella scelta dei canali e dei programmi televisivi, ma durante il Ramadan del 2013 i siriani si ritrovavano uniti nel seguire le nuove serie. Venivamo da un’esperienza di successo un anno prima in Egitto con la serie Tv Shubra, ambientata in un sobborgo del Cairo abitato da musulmani e cristiani, così abbiamo pensato di riproporre il progetto per la Siria. Abbiamo scelto la radio perché in Siria c’è una Tv governativa, non nazionale. Non ci schieriamo politicamente. E abbiamo scelto il radiodramma perché è un format diffuso e seguito nel paese, c’è un’audience abituata, anche se Hay El-Matar è una formula nuova sia per il pubblico sia per gli autori: dura un anno, non è legata al mese del Ramadan. Infine, abbiamo deciso di trasmetterlo sulla radio della Bbc, perché copre tutto il paese e l’area».

Il target è quello dei giovani siriani, in Siria e nei paesi in cui sono fuggiti nel corso di oltre cinque anni di guerra che ha spopolato il paese e reso rifugiati milioni di persone. E per arrivare ai giovani, la produzione ha scelto di usare i social media e gli strumenti multimediali (podcast, facebook, souncloud). La produzione è frutto di ricerche, consulenze e forum group. Sebbene si tratti d’intrattenimento, Hay El-Matar è una piattaforma tesa a coinvolgere i siriani che vivono in Siria e nella regione in un dialogo che dia loro il senso della propria terra e della vita in Siria, il senso di un’identità minacciata dalle divisioni, dalle violenze e dai tanti muri (reali e non) che oggi si alzano sulla loro strada.

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