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Dall’Argentina all’India, i titoli del Festival di Rotterdam 2020

Dall’Argentina all’India, i titoli del Festival di Rotterdam 2020

Cinema João Nuno Pinto, Marielle Heller, Marco Berger. Il programma della 49esima edizione

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 19 dicembre 2019

Sarà Mosquito di João Nuno Pinto il film d’apertura della49esima edizione dell’International Film Festival Rotterdam (22 gennaio – 2 febbraio). Il film, anche nel concorso della sezione Big Screen – nella quale il vincitore è scelto da una giuria composta da cinque spettatori – racconta la storia di una recluta portoghese dispersa in Africa nel 1917, durante la prima guerra mondiale.

Fra i nove film presentati in concorso – la giuria di quest’anno è composta da Hany Abu-Assad, Emilie Bujès, Kogonada, Sacha Polak e Hafiz Rancajale – ci sono invece El año del descubrimiento di Luis López Carrasco (che aveva debuttato proprio a Rotterdam nel 2014 con El futuro), il thriller/commedia Beasts Clawing at Straws di Kim Yonghoon, The Cloud in Her Room, debutto di Zheng Lu Xinyuan. In Nasir di Arun Karthick (che aveva partecipato al concorso Bright Future nel 2016) un uomo indiano diventa un cittadino di seconda classe in quanto musulmano, mentre Piedra sola di Alejandro Telemaco Tarraf racconta la storia di un allevatore di lama in Argentina. E ancora Drama Girl di Vincent Boy Kars, La fortaleza di Jorge Thielen Armand, Si yo fuera el invierno mismo di Jazmín López, anch’esso ambientato in Argentina.

OLTRE A «MOSQUITO», fra i nove film selezionati dal concorso Big Screen ci sarà invece il nuovo lavoro di Braden King , The Evening Hour, ambientato in un’ex cittadina di minatori del West Virginia vittima di un’«epidemia» di dipendenza da oppiacei. E poi Eden di Ágnes Kocsis, El cazador di Marco Berger, A Perfectly Normal Family di Malou Reymann.

Quindici gli esordi presentati nella sezione Bright Future, tra cui A Rifle and a Bag di Cristina Hanes, Isabella Rinaldi e Arya Rothe ci «riporta» in India, stavolta fra i guerriglieri comunisti che hanno scelto di deporre le armi. In I Blame Society di Gillian Wallace Horvat invece un giovane regista cerca di compiere il delitto perfetto.

Quattro le prospettive «tematiche»: The Tyger Burns, che presenta i film più recenti di registi che hanno partecipato al Festival come Andrei Smirnov e Roy Andersson; Sacred Beings, sulla cultura queer fuori dalla prospettiva occidentale; Wait and See e Synergetic: una selezione di film realizzati da collettivi cinematografici e artistici. Film di chiusura sarà, dopo il debutto a Toronto, A Beautiful Day in the Neighborhood di Marielle Heller.

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