Dalla Groenlandia all’Italia, gli europei vogliono un mondo senza l’atomica
Il sondaggio I risultati dell'indagine di Ican nel giorno di entrata in vigore del Trattato internazionale che proibisce le armi nucleari: le opinioni pubbliche europee ne rigettano l'uso e chiedono che siano portate via quelle americane dai rispettivi territori
Il sondaggio I risultati dell'indagine di Ican nel giorno di entrata in vigore del Trattato internazionale che proibisce le armi nucleari: le opinioni pubbliche europee ne rigettano l'uso e chiedono che siano portate via quelle americane dai rispettivi territori
Mentre il mondo ieri festeggiava l’entrata in vigore del Tpnw, il Trattato internazionale di proibizione delle armi chimiche, l’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican, la federazione di oltre 400 associazioni vincitrice del Nobel per la Pace 2017) rendeva noti i dati di un sondaggio online condotto a novembre in Europa tra le opinioni pubbliche di sei paesi membri della Nato che non aderiscono al Trattato.
Italia, Spagna, Belgio, Danimarca, Olanda e Groenlandia, tutte e sei le società dichiarano con percentuali bulgare la loro contrarietà all’uso delle armi atomiche e la volontà di entrare nel Tpnw: l’89% degli spagnoli, l’87% degli italiani, l’86% dei groenlandesi, il 78% degli olandesi e i danesi e il 77% dei belgi.
Risultati simili alla domanda riservata a quattro paesi che ospitano basi e armi nucleari statunitensi: il 74% degli italiani, il 58% degli olandesi, il 57% dei belgi e l’83% dei tedeschi vogliono che quelle bombe siano rimosse dai rispettivi territori.
A guardare più da vicino i dati italiani, il risultato è ancora più significativo se si tiene conto della sua crescita: 87% a favore dell’entrata nel Tpnw nel 2020 contro il 70% del 2019; il 74% per la rimozione delle armi atomiche dalle basi di Aviano e Ghedi contro il 60% dell’anno prima.
Percentuali che si spalmano sull’intero arco politico. Se tra gli elettori della sinistra extraparlamentare è del 100%, tra quelli del Pd del 93% e di Leu del 96%, la contrarietà all’uso dell’atomica è altissima è anche tra gli elettori della Lega (83%) e di Fratelli d’Italia (87%).
Ma a sorprendere è anche un altro dato emerso dal sondaggio di Ican: solo il 44% degli intervistati sa che il territorio italiano ospita testate nucleari. Per chi da noi combatte da anni, Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica (membri di Ican), è una sfida in più, in una giornata – quella di ieri – che è stata insieme di festa e di pressione.
La campagna «Italia, ripensaci», partita nel 2016, continua fin quando il trattato che proibisce di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, usare o minacciare di usare armi nucleari non sarà ratificato da tutti gli Stati del mondo
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