La musica crea fenomeni di fanatismo nella sua manifestazione positiva e complice, siamo tutti stati più o meno fan di una band o di una cantante, ma che spinga un non addetto ai lavori a omaggiare il proprio idolo con un compendio più simile a un’opera omnia, è abbastanza raro. L’artista oggetto di tanta ammirazione è Gianni Maroccolo, uno dei più influenti bassisti della scena indipendente italiana, inutile ricordare due band su tutte, Litfiba e CSI, ma c’è anche il lavoro di produttore, compositore e molto altro. Detta così la bio è riduttiva se si considerano le 490 pagine di Il Maroccolario, folle libro archivio curato da Giuseppe Pionca che raccoglie l’attività del musicista toscano dal 1980 al 2022 (per capire l’accurate zza maniacale basta sfogliare la sezione bibliografica) e inserita in una notevole veste grafica. Interamente finanziato dagli acquirenti, il libro cataloga ogni giro di basso, masterizzazione o credito di un autore schivo e sempre con un occhio al domani, pronto a sperimentare (si pensi per esempio al commovente disco con Edda, Noio; volevam suonar). All’interno non manca un’intervista al protagonista della musica del prog, il rock, la new wave italiana. Per appassionati.