Cultura

«Dal Tirreno al Mare Sardo», un convegno in memoria di Marco Rendeli

«Dal Tirreno al Mare Sardo», un convegno in memoria di Marco RendeliMarco Rendeli sul luogo degli scavi di Imbenia

Giornate di studi Oggi e domani a Roma, in più sedi, un simposio i cui temi spaziano dagli insediamenti di Veio, Vetulonia e Pontecagnano all’agglomerato «urbano» di Sant’Imbenia

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 10 novembre 2023

«Andiamo subito a vedere chi è l’assassino, dai». La voce calorosa e dalle inconfondibili inflessioni romanesche di Marco Rendeli riemerge da una registrazione del luglio 2021. Aveva esordito così, con una delle sue battute fulminanti, il docente di Etruscologia e antichità italiche dell’Università di Sassari in occasione di una visita nell’area archeologica di Sant’Imbenia, in quella baia che Greci e Romani chiamavano «delle Ninfe» e che oggi fa parte del Parco naturale di Porto Conte.

RENDELI, SCOMPARSO improvvisamente il 15 novembre del 2022, amava infatti scherzare su un mestiere in fondo non troppo dissimile dalle «inchieste» dei più noti investigatori dei romanzi gialli. Mentre ci muovevamo, accompagnati dal canto intenso e senza sosta delle cicale, nell’intrico di capanne dell’Età del Ferro antistanti al Nuraghe Sant’Imbenia – suggestivo sito ubicato a una quindicina di chilometri da Alghero e a breve distanza dalla costa – aveva poi affermato: «Si vede che quel muro ha cento storie. Stiamo cercando di ricostruirle». E se il senso dell’archeologia consiste proprio in questo, nel raccogliere le testimonianze del passato per trasformarle in un racconto verosimile da mettere a disposizione degli specialisti ma anche della comunità tutta – nella sua lunga attività di insegnamento, nella vasta e variegata produzione scientifica e nell’appassionato e generoso incontro con il pubblico – Rendeli ha portato a compimento nel migliore dei modi tale missione.

UN CONVEGNO in sua memoria, intitolato Dal Tirreno al Mare Sardo, si svolgerà dalle ore 10 di oggi nell’Odeion dell’Università di Roma La Sapienza e si sposterà alle 18 presso il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia per l’inaugurazione di una mostra su Spina. Le conferenze di domani verranno invece accolte dall’Istituto nazionale di archeologia e Storia dell’arte in piazza Venezia. L’appuntamento è patrocinato dall’Istituto nazionale di Studi etruschi e italici (di cui l’archeologo fu membro corrispondente dal 2007) e dall’Università di Sassari, che forse avrebbe potuto ospitare l’evento nella sua sede. Numerosi gli interventi in programma, che spaziano dagli insediamenti di Veio, Vetulonia e Pontecagnano all’agglomerato «urbano» di Sant’Imbenia.

MOLTI TEMI, tra quelli cari a uno studioso poliedrico che non ha mai smesso di interrogarsi sul passato in modo originale e brillante, mancano tuttavia all’appello. Nella confusa narrazione sui Giganti di Mont’e Prama che sfortunatamente spopola sui media ma anche in certi ambiti istituzionali e culturali, ci sembra invece doveroso ricordare Rendeli anche per l’apporto dato all’interpretazione del complesso scultoreo del Sinis di Oristano. Contributo che riflette la profonda conoscenza di un Mediterraneo «allargato» – in cui, da Oriente a Occidente, venivano scambiati saperi e savoir-faire oltre che merci – nonché una capacità di analisi saldamente legata al metodo scientifico, che abdicava a visioni emozionali solo quando egli scrutava quel mare composito di genti antiche dalla sommità del Nuraghe Sant’Imbenia, il suo «faro» per l’eternità.

 

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https://ilmanifesto.it/nel-vivace-suq-del-nuraghe

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