Da Taranto arriva l’ultimatum secco al governo e soprattutto ai ministri del Movimento 5 Stelle. Il messaggio parte da una città in cui i grillini hanno raccolto quasi il 50% dei voti alle elezioni politiche del 4 marzo. È soltanto uno dei segnali di malcontento che da diverse parti d’Italia precipita su Di Maio e soci. I territori che contestano le grandi opere in larga maggioranza hanno dato delega ai 5 Stelle di sbrogliare la faccenda e adesso fanno loro annusare, per la prima volta, l’odore della protesta. Barbara Lezzi, salentina e stravotata nonostante fosse sfiorata dallo scandalo dei mancati rimborsi, nei giorni scorsi è stata contestata dai No Tap, i comitati che si oppongono alla realizzazione del gasdotto transadriatico. «Vergognati, una volta eri con noi!», hanno detto gli attivisti a Lezzi. La ministra per il meridione in campagna elettorale aveva promesso che in caso di governo a 5 Stelle i lavori si sarebbero fermati «in quindici giorni», adesso ha ammesso di avere qualche difficoltà, causa pregressi impegni internazionali. Ieri Lezzi ha dovuto abbandonare il tavolo al quale era seduta, accanto al presidente della regione Michele Emiliano che la incalza sullo stesso tema da giorni e che aveva provocatoriamente invocato l’intervento di Alessandro Di Battista, in viaggio in America centrale da settimane.

Nelle stesse ore, il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli esternava sulla Tav, altro cavallo di battaglia elettorale dei grillini, da sempre schierati contro la grande opera. Nel contratto di governo con la Lega, si parla genericamente di analisi del rapporto tra costi e benefici prima di considerare lo stop ai cantieri. Toninelli dice che i suoi tecnici sono al lavoro: «Non vogliamo fare nessun tipo di danno economico all’Italia ma vogliamo migliorare un’opera che è nata molto male», prosegue il ministro. Parole che paiono annunciare una conversione clamorosa sulla via dell’Alta velocità. «Porteremo in consiglio comunale un documento in cui si chiede al governo la ridiscussione integrale del progetto», dicono dal M5S torinese. Nei giorni scorsi ci sono stati scontri al cantiere di Chiomonte, in Val di Susa. L’ex carabiniere Toninelli, incalzato dalle destre, prende le distanze da quelle che chiama «proteste incivili». Domenica, intanto, No Tav e valligiani hanno marciato verso il confine con la Francia per solidarizzare coi migranti. Rimarcando un altro dissenso col governo Di Maio-Salvini.