Spagna, dal primo luglio al via la ley mordaza
Spagna Si chiama Ley de seguridad ciudadana, ma in Spagna tutti la conoscono come la Ley Mordaza, la legge bavaglio, approvata con i soli voti del Partido popular. Entrerà in vigore […]
Spagna Si chiama Ley de seguridad ciudadana, ma in Spagna tutti la conoscono come la Ley Mordaza, la legge bavaglio, approvata con i soli voti del Partido popular. Entrerà in vigore […]
Si chiama Ley de seguridad ciudadana, ma in Spagna tutti la conoscono come la Ley Mordaza, la legge bavaglio, approvata con i soli voti del Partido popular. Entrerà in vigore il prossimo 1 luglio, e porterà un drastico e autoritario giro di vite in materia di libertà personali e di diritto di manifestazione. Una volta che la normativa entrerà in vigore, gli organizzatori di proteste non autorizzate nei pressi delle sedi istituzionali del governo, potrebbero essere sanzionati con una multa fino a 30mila euro.
La legge, tra l’altro, codifica come reato grave la condotta irrispettosa i nei confronti delle forze dell’ordine e la resistenza a pubblico ufficiale, che comprenderà anche la reticenza all’identificazione. «Una normativa che sconfina nella censura», ha commentato la piattaforma No somos delito, che venerdì scorso ha organizzato un’originale e suggestiva manifestazione a Madrid, proprio nella piazza del parlamento. Un corteo di migliaia di ologrammi – scansioni tridimensionali di persone reali, inviate da tutto il mondo attraverso il sito hologramasporlalibertad.org – ha sfilato per un’ora, proiettato sui muri del palazzo de Las cortes, già scenario nel recente passato di proteste terminate in più di un’occasione con la repressione delle forze dell’ordine.
Quella di venerdì è stata della prima manifestazione olografica al mondo, in cui i manifestanti virtuali hanno sfilato al “grido” di «penso, dunque sono un reato» e «a loro non importa se vivi in strada, però non vogliono che ti esprima in strada». Ana Villanueva, portavoce della piattaforma organizzatrice, ha spiegato la scelta di questa singolare e ironica forma di protesta: «Abbiamo voluto narrare un futuro surreale, in cui per manifestare dovremo spersonalizzarci e trasformarci in cittadini fittizi, denunciando così una legge che impedirà di esprimersi liberamente in piazza».
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