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Dal G20 obiettivi poco ambiziosi

Dal G20 obiettivi poco ambiziosiMario Draghi – LaPresse

In occasione del Global Health Summit e della contestuale adozione della Dichiarazione di Roma, i leader mondiali dei Paesi G20 hanno riconosciuto che tutti, in ogni parte del mondo, dovrebbero […]

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 22 maggio 2021

In occasione del Global Health Summit e della contestuale adozione della Dichiarazione di Roma, i leader mondiali dei Paesi G20 hanno riconosciuto che tutti, in ogni parte del mondo, dovrebbero avere accesso a vaccini e ad altri prodotti sanitari necessari nella lotta contro il Covid-19, reiterando in più occasioni il concetto secondo cui «Nessuno è al sicuro finché non lo sono tutti».

Il Civil20, uno degli engagement groups del G20, che racchiude oltre 500 organizzazioni della società civile di tutto il mondo, apprezza gli sforzi dei leader mondiali per una cooperazione multilaterale più solida e le dichiarazioni di impegno finanziario nei confronti del meccanismo Act-Accelerator e del suo pilastro per i vaccini Covax.

Ciononostante, il C20 è dell’opinione che i princìpi presenti nella Dichiarazione non siano abbastanza ambiziosi per affrontare con la necessaria urgenza gli effetti devastanti e la mancanza di risposte adeguate a cui assistiamo oggi in America Latina, Asia meridionale e Africa rispetto alla diffusione del Covid-19.

Siamo molto preoccupati che la Dichiarazione non si traduca in azioni volte ad assicurare un accesso equo ai «beni Covid-19», affrontando in maniera concreta le questioni legate alla proprietà intellettuale e alle barriere commerciali.

È fondamentale assicurare che gli impegni e la volontà politica si traducano in azione attraverso una tabella di marcia concreta, a partire dalla sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale su vaccini e la tecnologia per contrastare il Covid-19.

La salute è un bene pubblico globale e un diritto umano fondamentale. Le donne e le ragazze, i gruppi vulnerabili devono essere al centro delle strategie e delle risposte sanitarie globali, se vogliamo raggiungere l’obiettivo della copertura sanitaria universale. Le risposte alle pandemie devono affrontare i determinanti sociali, essere incentrate sulle persone e avere un approccio gender-transformative.

Il Covid-19 è soltanto una delle emergenze sanitarie che il pianeta sta affrontando. Malattie trasmissibili come l’Hiv, la tubercolosi, la malaria, ebola e le malattie tropicali trascurate continuano ad affliggere le comunità più fragili, gli impegni concordati per raggiungere il terzo obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, «Garantire vite sane e promuovere il benessere per tutti a tutte le età», devono essere rispettati e pienamente finanziati.

Nelle prossime settimane e mesi si presenteranno diverse opportunità per tradurre gli impegni enunciati al Global Health Summit in azioni concrete, tra cui la 74esima Assemblea Mondiale della Sanità e il Consiglio Trips dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Il C20 monitorerà da vicino che gli impegni presi durante il Global Health Summit siano realizzati durante il processo che porterà al vertice del G20 di ottobre.

Stefania Burbo è presidente del Civil 20 2021

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