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Dal Brasile il social pay che fa bene alla musica

Dal Brasile il social pay che fa bene alla musicaGraveola e o Lixo Polifonico

Tendenze Il nuovo disco di Isaar si può scaricare al prezzo di un tweet. Quello dei Graveola si acquista per zero dollari. E così tanti altri. Chissà perché, ma il meglio della scena indipendente brasiliana il download lo preferisce gratuito

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 22 marzo 2014

«Eu baixei o novo disco de Isaar», ho scaricato il nuovo disco di Isaar… Se un tweet del genere si materializza sul vostro account, vuol dire che avete appena «acquistato» il nuovo lavoro della più intrigante artista pernambucana del momento. Al prezzo di un tweet, appunto, una forma di social pay che si fa beffe del denaro. In questo modo, mentre qualcuno dei vostri followers familiarizza con questo nome nuovo della scena musicale altermondialista, voi già entrate in confidenza le tracce di Todo Calor e il glocal pop acidulo che Isaar ha orhestrato per questo suo terzo album. Avendo la fortuna di conoscere già la freschezza dei primi due, c’è anche chi dopo a lungo aver indugiato sull’opportunità di avere un profilo twitter ne ha inaugurato uno apposta.

La strategia di Isaar è semplice e nientaffatto sprovveduta. Dischi ormai se ne vendono pochi, sono tuttalpiù utili o indispensabili per bucare le playlist radiofoniche e avere più chance di rimediare degli ingaggi, per suonare dal vivo. Sono biglietti da visita, e come tali devono circolare senza barriere.

Quella di liberare in rete la propria opera controllandone l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, è una tendenza che si è imposta già da qualche tempo sulla scena indipendente brasiliana. In un momento in cui le nuove tecnologie, oltre a una creatività sempre più obliqua e intraprendente da parte degli artisti, consente di abbattere drasticamente i costi di realizzazione. I dischi nascono in studi effimeri, che nascono e muoiono nello spazio di una manciata di canzoni. Studi domestici a costo zero, studi nomadi, studi non-studi. Se hai qualcosa di interessante da dire e da suonare non è più il caso di affittare gli Abbey Road Studios, roba che poteva andar bene ai tempi dei Beatles.

In questo senso, un altro piccolo capolavoro che si può scaricare a costo zero e il nuovo dei Graveola, Vozes Invisiveis ou Dois e meio. Collettivo aperto e in costante movimento, da Belo Horizonte, Graveola e o Lixo Polifonico (spazzatura polifonica) suonano una sintesi incidentale e ariosa del post-tropicalismo con il passo dei grandi autori. Il paywall in cui ci si imbatte prima di arrivare a questo loro quarto disco è di quelli che si scavalcano con un leggero passo di samba. Puoi lasciare la tendina come la trovi, a zero dollari, oppure ripagare i momenti lieti che ti attendono con le nuove creazioni di questi poeti del nuovo suono brasiliano stabilendo tu il valore da dargli. Insieme alle canzoni ti ritrovi salvato nell’hard disk anche il libretto con i testi delle canzoni, nel classico formato booklet dei cd. Perché parliamo di dischi veri, non solo virtuali, che vengono anche “tirati” in un numero limitato di esemplari e venduti direttamente ai concerti, magari autografati. Una certa grazia formale viene in realtà salvaguardata anche in digitale: Obrigado Marco, grazie per aver scaricato il nostro disco fatto in casa, speriamo ti piaccia, puoi farlo circolare nelle tue cerchie e ci auguriamo che la musica riverberi buone energie, un bacio grande e a molto presto… Invece i negozi digitali che espongono il tuo prodotto nelle loro vetrine, mediamente tristi come un catalogo di divani, sono avari di convenevoli. E soprattutto si ciucciano metà degli eventuali profitti.

In molti altri casi l’acquisizione è ancora più rapida e indolore, con il tasto «baixar», download, scaricare, sempre in bella evidenza sulla homepage.

C’è da dire che quando si scaricano in Italia o in Malesia questi dischi, agli artisti difficilmente gliene viene qualcosa in tasca, perché vallo poi a trovare il manager che si sobbarca i costi di una tournée a queste latitudini. Qui entra in gioco il motivo primario per cui un musicista crea e cerca di creare cose belle: il gusto di condividerle con il maggior numero di persone. E niente come il web consente di «sherare» i contenuti, se sono validi, con platee altrimenti impensabili. Tra non arricchirsi nell’anonimato e non arricchirsi lo stesso, ma circondati da stima, ammirazione e persino riconoscenza, nessun musicista dovrebbe avere dubbi.

La pratica di “regalare” il frutto di un lavoro che a volte può essere anche duro e faticoso ha ormai contagiato tutti gli strati dell’underground brasiliano, sambajazzisti, antro-pop-fagi e avanguardie spericolate, Gustavo Galo e il suo rock retroflesso, l’afro-punk paulista di Kiko Dinucci, Thiago França, Juçara Marçal (attivi come Metá Metá e in un’infinità di progetti paralleli), la psichedelia gioiosa dei Cérebro Eletrônico, i mineiros Thiakov, Juliana Perdigão, Luiza Brina, Iconili, il baiano Lucas Santtana, il pernambucano Siba, Guilhermo Kastrup, Aláfia, Leo Cavalcanti… La crema di quanto valga davvero la pena di seguire sulla scena indipendente brasiliana. Non per niente da João Gilberto in poi, la musica che viene da lì è troppo avanti.

 

UNA PLAYLIST TUTTA DA “BAIXAR”

Isaar, Todo Calor

Graveola, Vozes Invisiveis ou Dois e meio

Guilherme Kastrup, Kastrupismo

Juçara Marçal, Encarnado

Thiago França, Malagueta Perus & Bacanaço

Gustavo Galo, ASA

Lucas Santtana, O Deus que devasta mas também cura

Metá Metá, Metal Metal

Cérebro Eletrônico, Vamos pro quarto

Leo Cavalcanti, Despertador

Aláfia, Aláfia

Kristoff Silva, Deriva

Iconili, Tupi Novo Mundo

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