Alias Domenica

Da via Fani ai cinquantacinque giorni: romanzo-documento di Andrea Pomella

Da via Fani ai cinquantacinque giorni: romanzo-documento di Andrea Pomella

Scrittori italiani «Il dio disarmato», da Einaudi

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 30 ottobre 2022

Da quasi quarantacinque anni l’Italia è ossessionata dallo spettro irrequieto di Aldo Moro. Magistrati e politici, investigatori di professione o dilettanti, storici abituati a scandagliare gli archivi e giornalisti più di casa nella cronaca, scrittori e registi continuano a tornare sul tempo contratto di quella manciata di minuti che il 16 marzo 1978, in via Fani, spezzò bruscamente il corso della storia italiana o sul tempo dilatato dei cinquantacinque giorni nei quali si consumò il falò della prima Repubblica. Cercano il segreto che intuiscono essere riposto in quella tragedia. I più rozzi lo identificano con una trama oscura: il complotto, la somma di misteri presunti. Altri si fermano su aspetti meno grossolani e fumettistici, si interrogano su cosa renda quella vicenda a tutt’oggi irrisolta e sospesa, senza rifugiarsi nella favola dei registi occulti e degli intrighi internazionali.

Si aggiunge a loro Andrea Pomella, che nel suo romanzo Il dio disarmato (Einaudi, pp.248, € 19,50) cerca di restituire il senso della lacerazione improvvisa e drammatica che si produsse quella mattina in via Fani. Lo fa attraverso una narrazione corale, che ruota intorno alle ultime otto ore del sequestro di Moro.
Il presidente della Dc, destinato a essere ucciso quasi due mesi dopo in un garage di via Montalcini, è il perno intorno al quale ruota una piccola folla di figure: gli agenti della scorta vicini all’appuntamento fatale, i passanti, i testimoni oculari, tutti colti nelle ore o nei minuti precedenti un evento inimmaginabile, che avrebbe cambiato per sempre il corso delle loro esistenze o le avrebbe troncate.

Come è inevitabile, Pomella lavora anche di fantasia. Ma lo fa il meno possibile. Si basa fedelmente sui racconti e le testimonianze consegnate nel corso del tempo a una folta bibliografia e a una memorialistica dettagliata, con l’intenzione di offrire, attraverso la cesura tragica delle vite di chi per un motivo o per l’altro si trovò quel giorno in via Fani, un quadro complessivo del trauma che subì l’intero paese.
Il risultato, tuttavia, non è l’istantanea livida dell’attimo che incrinò la Storia d’Italia deviandone il corso e dividendo come uno spartiacque la storia di questo Paese in un «prima» e in un «dopo». È piuttosto il montaggio di una serie di immagini vivide ma incapaci di comporre un quadro coeso, mischiate con le riflessioni filosofiche di un autore che in quell’anno non era ancora nato e si misura oggi con l’eco di ciò che accadde allora.

L’impresa, nel complesso mal riuscita, offre però alcune pagine di notevole qualità: per esempio, ha una sua implicita potenza la ricostruzione delle ultime ore di Moro, sorpreso nell’intimità di una vita famigliare borghese, in una segreta e quasi anonima normalità distante dal fulgore del leader politico e in contrasto fragoroso con la tragedia in agguato. Forse più di chiunque altro si sia sin qui cimentato nell’impresa, Pomella riesce a rendere vivo e reale, in Aldo Moro, l’uomo che era, al di là della sua veste di politico sottile e potente e anche al di là della tragedia che stava per impersonare.

Per questa via, l’autore si avvicina al cuore di una storia troppo spesso malintesa o travisata. Proprio perché indesiderata da tutti, la morte di Moro è una tragedia in senso pieno: non è stata voluta da coloro che contribuirono a provocarla rifiutando ogni trattativa e neppure da quelli che la portarono a compimento assassinando il prigioniero. A indirizzare il corso degli eventi, le scelte di tutti e di ciascuno, fu il primato di una logica politica portata alle estreme conseguenze, sfuggita al controllo, rivolta spesso contro i suoi stessi attori. Da questo punto di vista, le parti in conflitto non sono lo Stato e le Br, ma nel nome del senso comune che guidò entrambi, la logica della politica, contrapposta a quella umana della famiglia Moro, immortalate da Pomella come nessuno aveva saputo ancora fare.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento