Da oggi il M5S vota su Draghi. Grillo e Conte spingono il sì
Il drago verde Torna centrale la piattaforma Rousseau, giusto ieri disertata per la ratifica degli Stati generali
Il drago verde Torna centrale la piattaforma Rousseau, giusto ieri disertata per la ratifica degli Stati generali
«Ho quasi convinto Draghi e Mattarella» dice Beppe Grillo ad alcune persone a lui vicine nella mattinata di ieri. La missione è quella di portare a casa il «superministero» della «transizione ecologica» in modo da arrivare alla consultazione che avrebbe dovuto cominciare ieri sulla piattaforma Rousseau sull’ingresso del Movimento 5 Stelle nella maggioranza che sostiene il presidente Mario Draghi.
GRILLO SA che ha bisogno di portare a casa un risultato concreto, e sa che questo deve diventare una specie di feticcio da agitare agli iscritti al M5S. Per questo serve che la missione possa dirsi compiuta. Cosa che avviene dopo una telefonata tra il garante del M5S e il presidente incarico ma non per bocca di quest’ultimo, che nel pomeriggio fa sapere che non rilascerà dichiarazioni, ma con un gioco di sponda con le associazioni ambientaliste, ieri a colloquio con Draghi insieme alle altre parti sociali. È a quel punto che la macchina grillina si sblocca, che i personaggi di primo piano salutano la notizia portata dagli ecologisti come un successo del M5S. «La ricostruzione, dopo la crisi causata dalla pandemia, comincia da qui. Grazie Beppe. E viva il Movimento 5 Stelle sempre», esulta Luigi Di Maio. «Una bellissima notizia – dice il presidente della commissione affari costituzionali della camera Giuseppe Brescia – Dalle ultime consultazioni è emerso che verrà creato il ministero della transizione ecologica. Abbiamo sempre messo al centro la sostenibilità e questo è un passo enorme quanto essenziale. Una vera trasformazione. Serve all’economia, alla natura, alla società». E poi, con foto profilo dell’Elevato ormai canuto: «Sì, come sempre, Beppe sa guardare lontano».
SOLTANTO A QUESTO PUNTO il Blog delle Stelle può annunciare l’apertura delle urne per ventiquattro ore a partire dalle 13 di oggi. Da giorni ci si domanda chi l’avrebbe spuntata sulla formulazione del quesito e pare che a prevalere siano nettamente i governisti. «Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-ministero della transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?», recita il testo sottoposto agli iscritti.
GLI INGREDIENTI della narrazione di Grillo di questi giorni ci sono quasi tutti: il nuovo corso ecologista annunciato ormai da giorni, in nome del quale il fondatore e garante è disposto a perdere alcuni parlamentari. Ma compare anche la necessità di stare nel nuovo governo per difendere i provvedimenti ottenuti grazie a quelli presieduti da Giuseppe Conte. Che ieri ha di nuovo sostenuto la linea pro-Draghi: «Se fosse iscritto a Rousseau voterei sì».
IN VERITÀ, la decisiva consultazione sulla piattaforma gestita da Davide Casaleggio non arriva in una giornata edificante per la democrazia diretta made in 5 Stelle. Proprio ieri si è conclusa la votazione, durata ventiquattro ore, che doveva ratificare la nuova figura della direzione collegiale in luogo del capo politico e i risultati non sono stati fulgidi dal punto di vista della partecipazione degli iscritti. Hanno votato meno di trentamila persone sulle quasi 120 mila aventi diritto. Dunque, anche se l’amplissima maggioranza relativa ha approvato le proposte di modifica dello statuto grillino, occorrerà una seconda convocazione e la maggioranza assoluta dei votanti. Il paradosso, insomma, è che si sia creato un ingorgo istituzionale attorno alla partecipazione della prima forza parlamentare del paese al governo Draghi e che questo sia vincolato ad una scatola quasi vuota come pare essere ormai da tempo Rousseau.
TRA I GRILLINI il fronte del No a Draghi capitanato da Alessandro Di Battista continua ad agitarsi. Martedì sera hanno partecipato in più di mille alla mobilitazione online del VaffaDay contro il presidente incaricato. Ieri è circolata una petizione che ha raccolto le firme di centinaia di attivisti. «Il ministero della transizione ecologica è un’iniziativa bellissima – sostiene la deputata piemontese Jessica Costanzo – Ma guardiamo in faccia alla realtà. Quanti mesi e anni ci impiega la macchina burocratica a rendere operativo davvero un intero ministero? Aspettiamo di vedere realmente gli atti del governo Draghi, solo allora avremo un’idea chiara».
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