Da New Orleans l’onda lunga del «meticciato»
Note sparse Una inarrestabile capacità di raccontare se stessa: oggi come ieri, anticipando probabilmente il domani, la città è ancora una fucina di nuove idee in musica
Note sparse Una inarrestabile capacità di raccontare se stessa: oggi come ieri, anticipando probabilmente il domani, la città è ancora una fucina di nuove idee in musica
Una inarrestabile capacità di raccontare se stessa: oggi come ieri, anticipando probabilmente il domani, New Orleans è ancora una fucina di nuove idee in musica. Lo dimostrano alcune interessanti uscite dell’ultimo periodo, le quali pur presentando proposte sonore tra loro dissimili, mantengono un codice genetico comune. Ognuna di queste palesa una spiccata attitudine al meticciamento ripetuto e incalzante di suoni, ritmi e melodie nelle diverse composizioni. Al punto tale che si potrebbe quasi parlare di un nuovo stile, che potremmo definire «mixing music». Quanto questa capacità di scrittura, certo veloce ma mai frenetica, sia figlia della contemporaneità vissuta dalla città della Louisiana negli ultimi quindici anni, solo il tempo potrà dirlo. Nel frattempo che la qualità artistica espressa sia alta, è ineccepibile.
Water Seed autoproducono We Are Stars, quinto album dove in quattordici brani mettono dentro tutta la loro allegra e frivola attitudine nel realizzare quello che loro stessi chiamano «future funk». Definizione riduttiva in quanto i nostri sono capaci di palesare non solo poderosi giri di groove (Funktimus Prime), ma molto altro, vedasi anche accattivanti suoni dance (Bollywood) e ballate soul (Messed Up). Il tutto condito con un’estetica sul palco a metà tra Sun Ra e gli Abba.
Profilo meno giocoso e più rigoroso è quello proposto dai Naughty Professor, che scelgono anche loro la strada indipendente per la produzione di Identity, terzo lavoro da studio. Il sestetto decide di far esaltare il proprio stile strumentale in bilico tra brass band, nu jazz e funk, da diversi ospiti. Decisione azzeccata, basta ascoltare come Stra declini meravigliosamente in chiave soul-pop grazie a David Shaw dei The Revivalist, mentre in Sugarcoat il battito di strada dell’hip hop sia elegante e potente al tempo stesso, grazie all’iconografico rapper Chali 2na, supportato da un calibro da novanta come Ivan Neville. Carismatica e notturna è Ms. Charm Taylor, vocalist e autrice che si muove in ambiti electro e trip-hop sperimentale. Tra canto e spoken word l’artista afroamericana, già cardine dei disciolti Honorable South, pubblica per la Sinking City Records Road Within, vinile con nove brani dove è capace di includere frammenti di suoni tradizionali e liriche con tematiche a sfondo sociale. Il disco in questione è in realtà datato 2015, ma non era stato distribuito adeguatamente, risultando quindi a oggi, una prima uscita: il meglio arriva in Mother Of Nine e Moksha, incisioni dove si raggiunge l’equilibrio tra esigenze espressive, ricerca e fruibilità. Non paga la Taylor ha recentemente pubblicato il quarantacinque giri UFO, dove consolida la predilezione ad una narrativa fortemente legata ai temi della Black Consciousness.
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