Da Alfano la relazione di Gabrielli. Solo dipartimenti e municipi dem da commissariare. Maretta nel Pd
Mafia Capitale Si allontana lo spettro scioglimento per mafia del comune. Il ministro dell’Interno: «Seguirò il lavoro del prefetto»
Mafia Capitale Si allontana lo spettro scioglimento per mafia del comune. Il ministro dell’Interno: «Seguirò il lavoro del prefetto»
Appena arrivata ieri nelle mani del ministro dell’Interno Angelino Alfano, la relazione del prefetto Franco Gabrielli sul Comune di Roma ha già sortito i primi (deflagranti) effetti, ma soprattutto nel Pd locale. Secondo le prime indiscrezioni, infatti, sono tutti a guida dem, i tre i municipi che, insieme a quattro dipartimenti dell’amministrazione comunale, sarebbero sulla via del commissariamento.
E ovviamente i minisindaci non l’hanno presa bene, in alcuni casi sono perfino volate accuse di epurazione da parte dei renziani del partito. Mentre sembra appurato ormai – come già anticipato dal manifesto nei giorni scorsi – che il Campidoglio non subirà l’onta dello scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Su questa rotta, infatti, si sviluppa la relazione del prefetto Gabrielli, sostanziata dalla convinzione del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone che tra l’attuale giunta di Ignazio Marino e la precedente di Gianni Alemanno ci sia una netta «discontinuità», nel livello di commistione con il “mondo di mezzo” di Buzzi e Carminati.
Alfano, cui spetta l’ultima parola, ha ora tre mesi di tempo per decidere, ma ha già detto che spera di non usarli tutti. Quanto al giudizio finale, il titolare del Viminale non si discosterà molto probabilmente dalla linea tracciata dall’ex capo della Protezione civile. «La mia non sarà una decisione preconfezionata o precostituita», ha assicurato ieri Alfano, aggiungendo: «Occorrerà che formi il mio convincimento sulla base del lavoro del prefetto Gabrielli».
E il verdetto prefettizio sembra colpire, nella macchina amministrativa «prona ed abituata alla corruzione», soprattutto i dipartimenti Lavori Pubblici, Verde, Sociale e forse anche Scuola. Da bonificare usando l’articolo 143 comma 5 del Testo Unico sugli Enti locali che dà al ministro dell’Interno il potere di sospendere dall’impiego i dipendenti dei dipartimenti “commissariati”, ovvero destinarli «ad altro ufficio o altra mansione, con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell’autorità competente».
Provvedimenti che in realtà aiuterebbero e non poco il sindaco Marino che da molti mesi lamenta l’impossibilità di rimuovere o demansionare dirigenti e dipendenti amministrativi entrati in massa durante l’amministrazione Alemanno.
Almeno tre, invece, sarebbero i municipi da commissariare perché particolarmente inquinati da fenomeni di illegalità e corruzione: il III, quello che si estende da Montesacro a Talenti, verso il nord di Roma, il X, quello di Ostia, già commissariato e con l’ex presidente Andrea Tassone già arrestato nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale, e il VI, quello di Tor Bella Monaca. Il cui presidente dem Marco Scipioni ieri si è sfogato: «Spero di sbagliarmi ma temo che il Pd voglia far fuori tutti quelli che non sono sponsorizzati all’interno del Palazzo. Se così fosse, allora non è proprio cambiato nulla».
Matteo Orfini invece sembra intenzionato ad andare avanti per cambiare tutto, a Roma, proprio come il sindaco Marino. Il presidente del Pd, infatti, annuncia «entro luglio» una delibera per disegnare la nuova mappa dei circoli dem romani, dopo aver incrociato «le valutazioni fatte da Barca con le verifiche» sul territorio, e ovviamente aver valutato la situazione politica con il segretario Renzi. Ma secondo alcune indiscrezioni starebbe patteggiando con i presidenti dei municipi dimissioni senza strappi.
Mentre Marino, forte della “blindatura” di prefetto e procuratore capo, rilancia il suo impegno fino al 2023. Brucia i grillini annunciando che tutte le riunioni della giunta d’ora in poi saranno «aperte alla stampa o in streaming», in modo da «evitare manipolazioni». E incontrando gli eletti di Sel dice loro: «Siete una forza politica straordinariamente credibile. Credo che insieme dobbiamo decidere quali correzioni mettere in atto ma anche trasmettere un messaggio di positività alla città. La città non può più attendere. Dobbiamo moltiplicare la velocità degli atti».
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