Lo scontro nel Pd scalda anche la discussione intorno alla presidenza dell’assemblea del partito, dopo le dimissioni di Gianni Cuperlo. Martedì sera, nella riunione del gruppo della camera, è stato Guglielmo Epifani a criticare Matteo Renzi, lì presente. All’attuale leader l’ex segretario ha rimproverato la «mancanza di rispetto» dimostrata nei confronti di Cuperlo. E si è sentito rispondere: «Io l’educazione l’ho imparata dai miei genitori». E Renzi ha pure contestato la scarsa incisività dell’azione del Pd quando Epifani guidava la Cgil. Una lite di poco conto, minimizzano alcuni deputati presenti. Ma a questo punto Epifani sembra uscire dalla possibile rosa di candidati alla presidenza. Tra gli altri, si è fatto anche il nome del ministro dell’ambiente Andrea Orlando. Ma nella minoranza dem la questione della presidenza (accettarla o rifiutarla, nel caso di un’offerta da parte del segretario?) è appunto oggetto di discussione dunque i tempi si allungano. Sono in particolare bersaniani e dalemiani a ritenere che le condizioni per accettare l’incarico non ci sono più. Sullo scontro con Renzi ieri è tornato lo stesso Cuperlo, ospite di Lilli Gruber su La 7: Renzi «avrebbe dovuto rispondere nel merito, non denigrare, delegittimare». E, ha aggiunto, «è importante come costruire il consenso nel partito, che non è una caserma. C’è una differenza di fondo tra dirigere e comandare».