Cultura

Cronache di un innamoramento per le città medievali

Cronache di un innamoramento per le città medievaliIl Ponte delle Torri di Spoleto

Scaffale Il saggio di Jean-Claude Maire Vigueur, per il Mulino, ci porta in giro fra gli esempi più clamorosi dell’estetica delle città italiane bassomedievali, spiegando in che modo l’architettura ne ha seguito la crescita economica e istituzionale

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 24 dicembre 2023

Jean-Claude Maire Vigueur è noto al pubblico per i suoi libri sulla società italiana bassomedievale e rinascimentale; ha insegnato nelle Università di Roma e Firenze pur essendosi formato in Francia.

AL SUO INCONTRO con l’Italia sono dedicate le pagine introduttive di Così belle, così vicine: viaggio insolito nelle città dell’Italia medievale (il Mulino, pp. 448, euro 38); racconta, Maire Vigueur, di esserci sbarcato da studente con amici in una sorta di Grand Tour degli anni Sessanta del Novecento, percorrendo in auto la penisola e capitando una sera a Spoleto, che conosceva soltanto per il Festival e come set di un film di Louis Malle, Vie privée, con Brigitte Bardot e Marcello Mastroianni.

Una passeggiata solitaria all’alba dopo una tempesta ha sancito il suo innamoramento, in contemporanea, per il Medioevo e per le sue architetture cittadine. Scrive della visuale dal Ponte delle Torri in cima alla lunga scalinata che scende fino alla piazza del Duomo: «Più che una sorpresa è stato un colpo di fulmine. Oppure uno choc estetico ed emozionale.

Pur avendo la testa piena delle bellezze e dei capolavori di ogni genere che avevamo visto nelle settimane precedenti, mi trovavo per la prima volta davanti a una scenografia urbana la cui stupefacente armonia era dovuta, lo intuivo confusamente, non all’intervento di un qualche genio dell’arte o dell’architettura, ma alle ripetute iniziative di generazioni di cittadini tutti desiderosi di aggiungere un tassello alla bellezza – allora si parlava piuttosto di “decoro” – della loro città».

È la nascita di una passione che negli anni si è trasformata, pur non venendo mai meno in quanto tale, in un’attività scientifica. In un certo senso, Così belle, così vicine: viaggio insolito nelle città dell’Italia medievale è dunque un ritorno a quelle origini lontane, recuperandone la storia alla luce di una nuova consapevolezza maturata nel corso di decenni di studi.

ACCOMPAGNATO da bellissime fotografie, Jean-Claude Maire Vigueur ci porta in giro fra gli esempi più clamorosi dell’estetica delle città italiane bassomedievali, spiegando in che modo l’architettura ne ha seguito la crescita economica e istituzionale: sono le architetture dei vescovi e poi degli Ordini mendicanti, dei governi civili con i loro palazzi, dei privati arricchitisi attraverso l’esercizio della mercatura o con le banche, le manifatture, le arti.

Se in una parte dell’immaginario più retrivo le città medievali sono ancora quelle in cui si gettavano gli escrementi per le strade, il libro ci porta a spasso per luoghi nei quali la cura per le acque (dalle opere idrauliche alle fontane), gli approvvigionamenti, la lotta all’inquinamento sono preoccupazioni costanti. Sono, spesso, città nelle quali non manca una parte di campagna (o almeno di quella che noi oggi percepiamo così), almeno dove possibile, con gli orti, gli animali da cortile, a Roma le vigne, ad accompagnare le attività umane. Infine, c’è il decoro della citazione, vera ricerca estetica, mai fine a se stessa, ma invece carica di significati politici rivolti a cittadini e forestieri.

C’ERA ANCHE SPAZIO per gli svaghi, da quelli consentiti come le feste, fino a quelli liminari come gioco d’azzardo e prostituzione. Da storico, Jean-Claude Maire Vigueur è attento ai cambiamenti, per cui le città turrite, spesso il simbolo delle lotte fra famiglie e fazioni, alla fine del Medioevo lasciano il posto a un’urbanistica signorile, segno della fine del fenomeno comunale e dell’avvio di una fase diversa, a volte un po’ meno gloriosa e affascinante della precedente.

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