Cultura

Cronache da una biblioteca dismessa

Cronache da una biblioteca dismessaLa scuola media Panzacchi di Ozzano dell’Emilia

IL CASO Gli alunni e le alunne della scuola media Panzacchi di Ozzano dell’Emilia sono stati trasferiti nei locali della biblioteca, in attesa della conclusione dei lavori del nuovo locale scolastico in fase di costruzione. Senza condivisione con le associazioni che fanno parte della biblioteca e senza dire che fine faranno i volumi e un luogo considerato nevralgico dell'aggregazione e della espressione culturale del territorio

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 16 febbraio 2021

La notizia è di novembre 2020: la sede provvisoria della scuola media Panzacchi di Ozzano dell’Emilia vicino a Bologna durante la realizzazione del nuovo edificio (molto bello e molto costoso) è nell’attuale biblioteca costruita ex novo nel 1998 su progetto di Mario Ciammitti che ne seguì anche i lavori di costruzione. Ottima scelta, pare al comune, rimanendo la scuola in centro e vicino alla sede originaria, dopo un primo tentativo di traslocarla in una caserma dismessa in estrema periferia.

Sorgono subito domande, però, a fronte della decisione presa senza alcun processo di condivisione con le tante associazioni che abitano nella stessa biblioteca: il nuovo edificio dovrebbe essere terminato fra circa quattro anni, ma andrà a buon fine? A quel punto la biblioteca che funge anche da spazio per le varie attività culturali tornerà a essere tale? E soprattutto: dove saranno collocati gli oltre 65mila volumi custoditi al suo interno e dove le sale di lettura ampiamente frequentate da grandi e piccoli – prima del Covid – adempiendo perfettamente all’idea centrale del progettista Ciammitti: creare una «piazza coperta» del paese.

SITUATO nella centrale piazza Allende, allora troppo grande, l’edificio fa da perno e punto di passaggio tra una parte adibita a mercato e parcheggio (raggiungibile con l’auto) e un’altra a verde che peraltro nell’estate scorsa era diventato frequentatissimo punto di riferimento per la comunità intera tra arena spettacoli all’aperto e semplice zona d’incontro, dopo una primavera in lockdown.
Spalmati su due piani gli spazi interni sono concepiti un po’ seguendo i concetti del Bauhaus per cui la funzionalità determina l’estetica e un po’ l’esperienza personale vissuta in biblioteche europee, scoprendole dotate di diversi angoli per leggere e studiare.

Lo scrive in un articolo lo stesso Ciammitti sulla rivista Ibc dell’Istituto dei beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, dove spiega anche di aver seguito i tre principi formulati da Giulio Einaudi nel 1962 per un prototipo di biblioteca da replicare in grandi e piccoli centri urbani: un fabbricato aperto che permette «passeggiate fra i libri» di giorno e di sera; uno spazio unitario e fluente articolabile in vari settori come segreteria, sale da lettura per grandi e piccini, per conferenze, incontri e piccoli concerti, archivi-depositi, eccetera; e in ultimo un elevato livello architettonico. Insomma, una biblioteca è capace di aggiungere anche nei più squallidi contesti edilizi una sana dose di recupero civile.

ORA, questo «gioiello architettonico» già costruito secondo i canoni ambientali sotto forma di edificio semplice e leggero, poco costoso, senza rinunciare ai principi di grandi maestri dell’architettura moderna, dovrebbe cambiare funzione. Certo, nessuno mette in dubbio l’importanza di dare una sede unica ad alunni e alunne, ma non è che in nome dell’istruzione viene ancora una volta meno la cultura e il tessuto urbano, già sofferenti in questi tempi di pandemia?

*

qui la lettera di Rosa Maiello, presidente AIB, e Roberta Turricchia, presidente AIB Emilia Romagna, al sindaco di Ozzano

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