Criminali in carriera. Otto Skorzeny, una biografia da Hitler alla Cia
Tra storia e narrativa «Il nazista che visse due volte» di Andrea Frediani, per Newton Compton. Nel romanzo, la vita dell’ex ufficiale delle Ss si intreccia al percorso di due personaggi che l’autore colloca sul suo cammino e che cercheranno, invano, di fermarlo. Finiranno nel grande gioco dello spionaggio internazionale inseguendo una volontà di giustizia che passa prima di tutto per la ricerca della verità
Tra storia e narrativa «Il nazista che visse due volte» di Andrea Frediani, per Newton Compton. Nel romanzo, la vita dell’ex ufficiale delle Ss si intreccia al percorso di due personaggi che l’autore colloca sul suo cammino e che cercheranno, invano, di fermarlo. Finiranno nel grande gioco dello spionaggio internazionale inseguendo una volontà di giustizia che passa prima di tutto per la ricerca della verità
L’immagine più eloquente del modo in cui era riuscito ad inventarsi una nuova vita lo ritrae seduto sul bordo di una piscina nel parco di un’elegante villa di Madrid mentre si concede ad una troupe televisiva per un’intervista. Siamo all’inizio degli anni Settanta e l’ex Obersturmbannführer delle Ss Otto Skorzeny, che nella capitale spagnola sarebbe morto di cancro a 67 anni nel 1975 salutato da un funerale ufficiale degno di una celebrità, è il simbolo di quella sorta di «nazismo pop» che dopo il 1945 si è sviluppato nel Paese all’ombra della dittatura di Francisco Franco.
CENTINAIA DI CRIMINALI di guerra tedeschi, austriaci, croati, belgi, francesi e italiani che hanno ricostruito un piccolo Terzo Reich grazie alla complicità dei falangisti e ai buoni uffici dell’intelligence occidentale che ricorre spesso ai loro servigi. Tra loro, figure come Léon Degrelle, già capo dei fascisti belgi, cui Hitler disse «se avessi un figlio vorrei che fosse come lei», morto a Malaga nel 1994 dopo aver fatto fortuna con le imprese di costruzioni che hanno edificato alcune locali basi della Nato, e, appunto, Otto Skorzeny che da Madrid dirige nel corso degli anni un intenso traffico di armi alla volta delle dittature latinoamericane ma anche dell’Egitto di Nasser.
Già responsabile di diverse operazioni speciali delle forze naziste, fin dal 1943 Skorzeny entrerà a far parte della Sicherheitsdienst, i servizi segreti delle Ss, prendendo parte tra l’altro alla «liberazione» di Mussolini dal Gran Sasso, forse l’impresa destinata ad assicurargli maggiore fama anche postuma, visto che il Duce sarebbe stato posto dai tedeschi al vertice della Rsi, permettendo così al fascismo di proseguire la sua drammatica traiettoria dal settembre del 1943 fino all’aprile del 1945. Ma, come ricorda Andrea Frediani nel romanzo che ruota intorno a questo come ad altri capitoli della vita di Skorzeny, Il nazista che visse due volte (Newton Compton, pp. 344, euro 12,90), la sua figura non può certo essere riassunta in quell’unica vicenda, per quanto celebre.
NAZISTA DELLA PRIMA ORA – il libro di Frediani si apre con il duello, abituale tra i membri delle confraternite nazionaliste e pangermaniche di Vienna, che assicurò all’uomo la vistosa schmiss, la vistosa cicatrice sulla guancia a riprova del coraggio mostrato nello scontro, che si procurò quando aveva solo vent’anni -, Skorzeny sarebbe rimasto fedele per tutta la vita a quella scelta di campo, giocando però con opportunismo con gli interessi degli interlocutori che trovò lungo il proprio cammino. Costruito come un poliziesco dove l’indagine dentro la storia si intreccia con la fiction, il romanzo di Frediani, divulgatore storico tra i più noti con all’attivo decine di opere che spaziano dall’Impero romano alla Seconda guerra mondiale, racconta così le peripezie di quello che alla fine della guerra sarebbe stato definito come «l’uomo più pericoloso d’Europa».
Salvato dagli Alleati da una condanna certa per crimini di guerra e in seguito arruolato dalla Cia nel nuovo conflitto contro Mosca, Skorzeny avrebbe, tra le altre sue attività, sostenuto il regime egiziano nella seconda metà degli anni Sessanta, collaborato perfino con il Mossad, probabilmente «vendendo» altri ex nazisti rifugiati in Sudamerica allo spionaggio israeliano, il tutto senza mai smettere di lavorare anche al progetto di un Quarto Reich il cui profilo più prosaicamente assomigliava alla rete di intrecci e coperture di cui nazisti e fascisti vecchi e nuovi si sono avvalsi a lungo dopo il 1945.
NEL ROMANZO DI FREDIANI la vita di Skorzeny è però riletta, intrecciandosi, al percorso di due personaggi che l’autore colloca sul cammino dell’ex nazista: Ada e Terio, figure che per motivi personali ma anche per consapevolezza politica cercheranno, invano, di fermarlo. I loro destini si incontrano per la prima volta in Grecia, lei legata ad un partigiano comunista, lui ufficiale di un esercito italiano allo sbando dopo l’8 settembre. Finiranno nel grande gioco dello spionaggio internazionale inseguendo le tracce di Skorzeny e una volontà di giustizia che passa prima di tutto per la ricerca della verità. Una verità che nel caso dell’ex nazista non potrebbe essere però più scomoda.
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