Tra i tanti esclusi dagli Stati generali dell’editoria promossi dal sottosegretario Vito Crimi la mancanza dei poligrafici è forse la più macroscopica perché si è realizzata la completa cancellazione di un’intera categoria, parte integrante della filiera.

Giulia Guida, segretaria nazionale Slc Cgil

Giulia Guida, segretaria nazionale della Slc Cgil con delega ai poligrafici, avete denunciato l’esclusione ma vi siete spiegati i motivi della decisione del governo di non invitarvi?
È stata una esclusione allarmante perché sembra presagire alla volontà di non mantenere aperti i quotidiani e questo ci fa rientrare nella stessa battaglia degli editori indipendenti e dei giornalisti. Il settore dei poligrafici, nonostante la caduta libera dell’occupazione che mi porta quasi tutti i giorni a sottoscrivere tavoli di crisi, oggi conta ancora circa 2.100 addetti con tantissime professionalità diverse – dai tecnici agli stampatori – che in questi anni si sono già adeguati alle innovazioni tecnologiche: senza di loro i giornali non escono.

Cosa avreste detto se foste stati invitati? Vi unirete al tavolo degli esclusi che conta di costruire proposte comuni al governo?
Avremmo spiegato come sia decisivo il nostro ruolo che rivendichiamo con forza. Oltre alla salvaguardia del lavoro e delle professionalità chiediamo politiche di aiuto per gestire il cambiamento tecnologico. Serve un sostegno pubblico anche perché il Jobs act ha ridotto la durata degli ammortizzatori sociali e rischia di lasciare senza tutele i lavoratori.

Parlava prima dei tavoli di crisi in cui incontrate gli editori. Loro sì che hanno potuto parlare: si sono ricordati di voi?
Per fortuna l’articolo 16 del nostro contratto nazionale prevede che in caso di crisi sia convocato un tavolo presso la sede nazionale della Fieg – la federazione degli editori – in cui si cerchi di ricollocare i lavoratori considerati in esubero all’interno del gruppo editoriale. Una volta ogni giornale aveva il suo centro stampa, ora invece ne sono rimasti pochissimi e lavorano anche per giornali concorrenti. Gli editori quindi conoscono benissimo la nostra situazione e hanno lanciato, seppur in seconda battuta, un grido d’allarme.

Quale potrebbe essere una possibile soluzione per salvaguardare i poligrafici e innovare il mondo dell’editoria come chiede il governo?
Con la Fieg da tempo cerchiamo di lavorare ad un contratto nazionale unico di filiera che metta assieme i lavoratori della carta, della cartotecnica – più forti perché meno colpiti dalla crisi e dall’innovazione tecnologica – e i poligrafici. Si tratta di costruire una impostazione politica per spingere l’intero settore dell’editoria verso l’alto.